Mario Rossi, i 42 anni sulle strade dell’ideatore dei centri di vicinato
Da poco andato in pensione, ha avuto l’incarico di coordinare le diverse associazioni di volontariato
Il casco da alpinista ma anche una balestra con mirino telescopico sequestrata a un bracconiere. La foto con la Ferrari in piazza nel ’90 e quella con i colleghi in divisa nel primo inverno in servizio, negli anni ’70. Poi dispense sull’omicidio stradale e sulla guida in stato d’ebbrezza, oltre a una montagna di codici che ingombrano ancora la sua ormai “ex” scrivania nell’imminenza di un trasloco inevitabile. Mario Rossi, 67 anni, comandante dei Vigili Urbani, va in pensione. Anche se continuerà a varcare il portone del municipio, come ha fatto dal luglio del 1975: «Mi hanno nominato coordinatore dei gruppi di volontariato a Formigine, per tre anni. Incarico rinnovabile e non retribuito». È lui, infatti, ad aver inventato e coordinato per anni il controllo di vicinato e aver sollecitato l’impegno civico di decine di formiginesi.
Sorride Rossi e si accarezza la barba. D’ora in poi, smessa la divisa blu, gli resterà l’uniforme da Guardia Ecologica Volontaria (è vicepresidente provinciale) e il cappello da alpino. Quello non lo lascia proprio quando partecipa ai raduni, visto che il suo cuore di amante della montagna, con la picozza in vetta o con la corda da speleologo, gli fa ricordare a ogni passo il servizio militare ad alta quota. Ma se le Penne Nere sono il suo passato remoto, il passato presente è quello con i vigili. «La passione per la natura è sempre stata una costante nella mia vita - racconta mentre mette insieme libri e ricordi che raccoglie dall’ufficio - Alla maturità classica portai come materia facoltativa Scienze e dopo gli studi umanistici all’università, quando fui assunto in Comune a Formigine a tempo determinato, andavo in Appennino nel tempo libero, coltivando interessi naturalistici. Una volta passato il concorso come vigile, l’impegno nel Soccorso Alpino e nella Protezione Civile degli Alpini è stata la normale prosecuzione di quel lavoro».
Ora che ha lasciato la divisa blu riuscirà forse a trovare un po’ di tempo in più per le escursioni in Appennino e soprattutto per gli studi storici; in passato ha pubblicato qualche volume ma ora potrà tuffarsi con rinnovato vigore negli archivi. A lui si deve tra l’altro la scoperta di una pergamena del 1371 dove viene citata “la bastìa” di Formigine, ovvero la roccaforte dove avevano sede gli armigeri: quasi gli antenati dei vigili di oggi, verrebbe da dire.
Rossi ha visto quasi mezzo secolo di vita cittadina e non si sottrae ai paragoni tra passato e presente. Formigine nei primi anni ’70 contava 15 mila abitanti, oggi sono 35 mila; il traffico, che vedeva sui 270 km di strade (molte anche bianche, non asfaltate) 10 mila vetture contate, oggi con la Modena-Sassuolo ne registra più di 150 mila. E i vigili urbani, ora agenti di Polizia Municipale? Sono più che raddoppiati, anche se per legge potrebbero esserne presi altri. Il bilancio, per Rossi, è sempre raccontato con l’autoironia che lo ha salvato nei momenti di frizione con qualche amministratore.
«Non mi sembra il caso di fare bilanci - dice sornione - sembra che qualcosa sia finito per sempre. Io mi sento sempre al servizio della comunità. Che dire? I momenti di pericolo, difficili ci sono stati, come per ogni collega. Per il resto, se mi sfottono perché sono stato un fesso, allora dico loro che hanno ragione».
Così dicendo si mette a ridere e cita un esempio che per lui è il simbolo di una filosofia di vita. «Le multe sono state sempre un fronte aperto con i cittadini - dice - A volte ci sono stati casi in cui i multati erano veramente in miseria e allora ho pagato io. Oppure casi estremi in cui qualche collega è stato fiscale al limite dell’ingiustizia: non potevo dar torto a nessuno dei due, e in un paio d’occasioni ho messo mano al portafoglio. La vuol sapere la più bella? Mi sono multato anche io. Sì, ho fatto un’infrazione, pochi anni fa, entrando con la vettura di servizio in un senso vietato in una strada di periferia; con me c’era il sindaco Richeldi, lo stavo accompagnando; bene, tornato al comando ho preso il blocchetto delle multe e l’ho compilato, pagando io il giorno dopo. Tutto vero? Le ricevute le ho conservate in ordine a casa». —