Gazzetta di Modena

Modena

Addio Vittorio Rossi principe del foro e rigoroso liberale

di Carlo Gregori
Addio Vittorio Rossi principe del foro e rigoroso liberale

È scomparso a 80 anni il penalista già candidato a sindaco Promosse il trotto e il rugby a Modena. Domani il funerale

07 giugno 2018
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La morte di Vittorio Rossi lascia un vuoto nel mondo dell’avvocatura modenese. Con il più anziano penalista attivo, scompare non solo un maestro dell’oratoria forense più stringente ma anche un difensore del rigore professionale che non faceva sconti a nessuno. Non solo: in politica, Vittorio Rossi è stato uno dei più conosciuti esponenti del liberalismo modenese, quello autentico, oltre che candidato sindaco sia a Modena che nella sua amata Finale. E anche uno dei fondatori del Modena Rugby e ex presidente della Società Modenese Fiere e Corse Cavalli.

L’ADDIO. È deceduto ieri mattina per un malore nella clinica di Gaiato a Pavullo. Aveva 80 anni. Lascia la moglie Rossana e i figli Umberto (anche lui avvocato) e Giovanni. Il funerale si terrà in forma privata domani pomeriggio alle 14 presso la Chiesa del Seminario di Finale.

IL PENALISTA. Parlare di Vittorio Rossi a chi non l’ha mai visto nell’aula del tribunale vuol dire evocare uno delle figure più importanti dell’avvocatura modenese. Era il penalista più anziano sia anagraficamente che professionalmente. Originario di Finale - come la sua famiglia che ancora oggi ha una casa storica vicino al centro - Rossi è rimasto legato a doppio filo al suo paese. Dopo gli studi e la laurea in Giurisprudenza nel 1958, per anni fece pratica presso lo studio del più grande avvocato modenese: Carl’Alberto Perroux. Nel 1967, terminato il tirocinio, diventò professionista a tutti gli effetti. E per 51 anni, fino a ieri, ha continuato a difendere. Tantissimi i casi importanti che ha seguito. Il più famoso è stato l’omicidio Montanari: l’assassinio a sangue freddo del primario di ginecologia e Ostetricia davanti al Policlinico. Rossi rappresentò la vedova come parte offesa, anche se il caso non arrivò mai in aula: l’assassino rimase senza volto. Per lui la difesa è sempre stata l’espressione concreta delle sue idee liberali: anche nei discorsi pubblici che ha tenuto negli ultimi mesi, Rossi ha sempre sottolineato come l’avvocato ha il dovere morale di difendere l’accusato col massimo rispetto della persona e dei suoi diritti, seguendo in modo rigoroso quanto prevede la sua deontologia. E da questi capisaldi non ha mai deviato, come sa chiunque l’ha conosciuto. Per riaffermarli in un campo più vasto e tra i colleghi più giovani, ha promosso vent’anni fa la fondazione della Camera Penale di Modena dedicandola proprio al suo maestro, Perroux. Per 8 anni e 4 mandati ne è stato il presidente. Solo pochi giorni fa per il ventennale i colleghi lo avevano omaggiato con la presidenza onoraria. Nonostante l’età avanzata, per lui non esisteva il pensionamento. Continuava a esercitare andando in studio ogni giorno tra i colleghi e il figlio Umberto nello studio in via del Taglio 22.

IL POLITICO. Le sue idee liberarli erano vissute fino in fondo non solo nella professione ma anche nella sua passione politica. Anche se aveva preso la tessera del Partito Radicale per solidarietà, Rossi è sempre stato un esponente di spicco del centro-destra più illuminato di Modena. È stato candidato sindaco a Modena nel 1995 prendendo quasi il 26% dei voti: eletto consigliere, si dimise alla prima seduta. Nel 2006 ci riprovò a Finale, venendo sconfitto da Raimondo Soragni.

L’IPPICA. Rossi portò con sé da Finale la passione per i cavalli e il trotto. Non è stato sono un appassionato spettatore ma per anni ha avuto una sua scuderia. La passione per il trotto, una caratteristica della vecchia Modena, lo ha spinto a ricoprire cariche direttive non solo locali ma anche ruoli nella Federippodromi e nell’Unire fino a diventare presidente della Società Modenese Fiere e Corse di Cavalli, alla quale diede lustro.

IL RUGBY. L’altro sport che amò e incoraggiò per tutta la vita è stato il rugby. La palla ovale geminiana deve tantissimo alla sua attività e al suo entusiasmo fin dalle origini. Nel 1965 insieme all’amico ed ex compagno di squadra Luciano Zanetti ha fondato l'As Modena Rugby, per dare una struttura al movimento e in particolare al settore giovanile. Nel corso degli anni Rossi ha ricoperto il ruolo di consigliere e per un periodo ha assunto anche la carica di presidente, restando sempre legato ai colori del Modena Rugby. Con la rifondazione della squadra, ne era rimasto fuori pur continuando a seguire le attività. La sua scomparsa è ricordata con dolore dal Modena Rugby 1965.

LA CAMERA PENALE. Data questa personalità poliedrica, la notizia della sua scomparsa ha gettato in un profondo lutto tanti modenesi. Soprattutto i colleghi penalisti. La Camera Penale, ricordando il suo impegno deontologico e la sua apertura ai giovani, ha tratteggiato la sua personalità con queste parole: «Era sempre pronto a guidare i più giovani in decisioni difficili e ad avere con loro un confronto “alla pari”, anche se poi l'ultima parola era la sua. Partecipò nei primi vent'anni della sua carriera, trascorsi nello studio Perroux, ai più importanti processi che si celebrarono in Emilia Romagna a cavallo tra gli anni '60 e '70, tra questi il famoso processo Nigrisoli. Proseguì la sua carriera con appassionata partecipazione nella difesa dei principali operatori economici della regione nelle materie tributaria, valutaria, societaria e fallimentare. Fortemente convinto delle proprie idee, non è mai stato uomo di compromessi, esprimendole con forza e talvolta con ruvidità, spesso con battute fulminanti».