Modena, Tesauro: «Il San Filippo Neri sarà la nuova casa dei giovani»
Mauro Tesauro, presidente dell’omonima fondazione che gestisce gli spazi «Un’opportunità per tutta la città, facciamolo vivere anche d’estate e di sera»
«Sarà la nuova casa dei giovani, sempre più aperta e sempre più propositiva ad ospitare, a promuovere, ad accogliere». Proprio l’accoglienza è da sempre la missione del San Filippo Neri, gestito dall’omonima fondazione che oggi è presieduta da Mauro Tesauro. Una di quelle cariche dove il gettone non esiste, dove l’impegno si misura con la soddisfazione nel vedere realizzare progetti a favore dei giovani.
Tesauro, nella vita di tutti i giorni insegnante e in passato assessore e consigliere comunale, ha le idee chiare per una nuova sfida: «L’impegno personale non è mai mancato in questi anni, proprio perchè credo che ci si misuri anche lavorando in questi contesti dove servono idee e proposte a favore della collettività».
Il San Filippo Neri, che dal 2007 è gestito da una Fondazione controllata dalla Provincia, nella nuova gestione vuole aprirsi ancora di più alla città: «È un nostro dovere farlo: educazione, ricerca, formazione, didattica stanno qui tutte sotto uno stesso tetto a supporto del mondo della scuola e dei giovani».
Dove si gioca oggi la partita dei giovani?
«Vanno accompagnati e soprattutto vanno messi nelle condizioni di poter agire. Dire che i giovani non hanno idee e non sono propositivi sta ormai diventando una scusa, un luogo comune dal quale fuggire. I giovani ci sono ma hanno bisogno di supporto e di strumenti, qualunque situazione stiano vivendo. Ecco perchè, con un gioco di parole, ci tengo a dire che il San Filippo deve intervenire sia dove c’è disagio, sia dove ci può essere agio».
Si spieghi.
«Il nostro ruolo è già attivo, ad esempio, nell’accoglienza dei minori non accompagnati, nella lotta alla dispersione scolastica, o nelle partnership con il territorio per favorire percorsi di integrazione, d’altronde l’accoglienza è nel nostro Dna da sempre, già nella vecchia concezione estense di ostello. Oggi, però, i tempi sono cambiati e, giustamente, si è iniziato ad arricchire questo contenitore così ben qualificato all’interno della Manifattura. Oggi, però, il San Filippo Neri va definito ancora più nello specifico, va orientato in modo ancora più chiaro, va fatto conoscere ai tanti modenesi che non ne conoscono le potenzialità».
Come ci riuscirà?
«Prima di tutto con un consiglio di amministrazione giovane e dinamico che si deve mettere in gioco dando un indirizzo politico che guardi all’orizzonte e anche oltre».
Cosa c’è all’orizzonte del San Filippo Neri?
«Al centro ci sono sempre i ragazzi e le loro realizzazioni, il loro successo. Il San Filippo deve favorire attitudini come le arti, anche quelle di nuova evoluzione coinvolgendo il mondo dello sviluppo digitale, delle app. Me lo immagino come un hub di creatività, che si apra alla città come ritrovo serale e ritrovo estivo, nella vecchia logica dei cortili. A noi spetta il supporto pedagogico, formativo, senza rubare il mestiere a nessuno riuscire a rafforzare il tavolo delle politiche giovanili dove c’è parecchio da fare».
Quali sono le criticità?
«Modena ha fatto scuola: penso ai centri giovani, alla tenda, all’ufficio delle politiche giovanili, ai percorsi studiata per le dipendenze. Qui si sono studiati i giovani e i loro bisogni. Oggi la loro fisionomia è cambiata: sono meno coinvolti, vivono una realtà più virtuale che oggettiva, le risorse da investire sono calate e e le priorità sono diventate altre. Ma non possiamo sottrarci dal ruolo di guida che gli adulti devono avere nel cercare di scommettere sulle nuove generazioni, senza dire che i giovani non hanno idee. Non è vero, è che spesso non sanno come esprimerle».
Lo dice anche pensando al suo ruolo di professore nelle scuole?
«Certo. Dobbiamo ritrovare le energie e gli stimoli per lavorare dentro le classi, dove l’insegnante dovrebbe essere quella persona che, anche attraverso i libri, ti permette di correre con le sue gambe. Oggi forse siamo troppo concentrati sulla Buona Scuola a riempire indicatori e griglie: se mettessimo la stessa costanza nel lavoro didattico e pedagogico, forse potremmo ottenere dai nostri ragazzi ancora più risultati».
La prima novità che realizzerete?
«Mi piacerebbe un evento sull’anniversario del 1968, chissà cosa pensavano i giovani ospiti del San Filippo Neri di quegli anni...».