Gazzetta di Modena

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Angela Righi ha denunciato il caso

Angela Righi ha denunciato il caso

Amministra una nota pagina Facebook. «Un dovere informare i carabinieri»

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È una pura casualità, quella che ha portato Angela Righi a imbattersi nel video del pestaggio, il giorno successivo alla sua realizzazione e diffusione.

«Lunedì ho chiesto ad alcuni ragazzi, amici di famiglia, se potevano aiutarmi a trovare in rete alcune immagini di Carpi - racconta - Tra le altre fonti, hanno consultato Instagram e qui, restringendo la ricerca alla nostra città, hanno trovato il filmato».

Brevissimo, appena 18 secondi, ma sufficiente a spingere Angela a comprendere la gravità della situazione e a rivolgersi alle forze dell’ordine. «Il filmato faceva parte di una funzionalità denominata “storie”, visibile per sole 24 ore - prosegue - Nel momento in cui l’ho visto, mancavano tre ore alla scadenza, dopodiché sarebbe sparito. Ho subito chiamato i carabinieri e fornito loro tutto il materiale, oltre a indicare loro quale, a mio parere, potesse essere la zona in cui si era svolto l’accaduto».

Un aiuto provvidenziale per i carabinieri che, in brevissimo tempo, sono riusciti a risalire ai protagonisti dell’episodio di bullismo.

«Purtroppo, non penso sia un caso isolato - afferma - Né esiste niente di improvvisato. Casi come questo capitano troppo spesso, ormai».

E, al riguardo, i social network rivestono un ruolo di primo piano, nel bene e nel male. Anche in questo caso, infatti, a un loro uso inappropriato si è contrapposto un uso consapevole e, anzi, provvidenziale.

«Troppo spesso capita di essere testimoni di un evento anche grave e di limitarsi a immortalarlo tramite foto o video e a condividerlo sui social - chiosa Angela - Oppure di condividerlo per allertare chi di dovere solo in un secondo momento. Non sono solo i giovani a tenere un simile comportamento, ma anche tanti adulti». (camma)