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Elezioni: Il disastro del Pd Modena: Renzi fa fuori i nomi dei modenesi

di Luca Gardinale
Elezioni: Il disastro del Pd Modena: Renzi fa fuori i nomi dei modenesi

Le liste in provincia piene di paracadutati. Giallo a Sassuolo Per la città il ministro Beatrice Lorenzin, ex Forza Italia  

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MODENA Si potrebbe dire che in questo modo il Pd è riuscito a dare continuità al lavoro di Giovanardi, ma per riderne servirebbe un po’ di humor nero.

Di nero, senza dubbio, c’è la giornata vissuta dai dem modenesi, che ieri mattina si sono svegliati con una lista di candidati sul territorio da fare impallidire la peggiore delle ipotesi: i ministri Beatrice Lorenzin e Valeria Fedeli, l’ex sfidante di Renzi Gianni Cuperlo (che però in serata ha rinunciato al posto, auspicando che fosse assegnato a un rappresentante del territorio), l’ex sindaco di Torino Piero Fassino,  ed Edoardo Patriarca, modenese d'adozione

Una pioggia di paracadutati nei seggi “sicuri” di Modena e nei plurinominali in cui è compresa la nostra provincia, con un posto non proprio in prima fila per Matteo Richetti (sarà eletto al Senato, ma è dietro alla Fedeli), uno ancora più piccolo (e a rischio) per Stefano Vaccari e Giuditta Pini candidata in Romagna, ma anche a Bologna

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La notte devastante del Pd nazionale è stata ancora più devastante per i dem modenesi, con un primo risultato in vista delle elezioni del 4 marzo: il segretario Renzi non ha minimamente preso in considerazione la rosa inviata dal territorio, con le cinque nuove proposte modenesi escluse dalle liste. E se per quattro di loro - Bursi, Molinari, Muratori e Malaguti - la strada era in salita fin dall’inizio, a finire stralciato dalla lista dei candidati è stato anche il nome di Francesca Maletti, presidente del Consiglio comunale di Modena: un’esclusione molto pesante, dal momento che a sostenerla, oltre ai tanti iscritti che hanno fatto il suo nome nei circoli, erano anche il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e il presidente della Regione Stefano Bonaccini, a maggior ragione dopo il passo indietro del segretario cittadino Andrea Bortolamasi.



Un’esclusione che non ha impedito alla Maletti di rinnovare il suo impegno per Modena: «È un onore per me essere stata, insieme al segretario cittadino Andrea Bortolamasi, l’amministratrice che ha ricevuto più consenso nei circoli del Pd. È per me la conferma della bontà e dell’efficacia del lavoro che, insieme a tanti altri, sto portando avanti per la nostra città. E questo onore si confermerà in un impegno ancora più forte a supporto dei progetti e delle istanze per Modena e di Modena».

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La logica dei politici nazionali da sistemare nei collegi certi - ma anche sul concetto di “certi”, vista l’aria che tira, ci sarebbe da riflettere… - ha dunque prevalso totalmente sulle richieste dei territori, e così la rosa chiusa dal segretario Davide Fava è stata cassata da Renzi. Unici a “salvarsi” in questa pioggia di paracadutati sono dunque tre degli uscenti: il responsabile nazionale comunicazione Matteo Richetti, candidato al secondo posto dietro al ministro Fedeli nel listino del Senato per il collegio Emilia ovest, la vicesegretaria regionale Giuditta Pini, seconda nel listino della Camera per il collegio della Romagna, e Stefano Vaccari, a cui però è stato assegnato un collegio molto più delicato. Il senatore uscente sarà infatti candidato nel collegio uninominale della Camera che comprende Bassa modenese e Alto ferrarese: un seggio in cui il Pd parte in vantaggio, ma in questa situazione e in una zona che negli ultimi anni ha premiato molto Lega e M5S il seggio è tutt’altro che certo.

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Ecco, dunque, tutti i candidati nei collegi modenesi: partendo dalla Camera, all’uninominale che unisce Modena e Carpi il candidato è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, mentre nel collegio di Modena sud il candidato designato era il triestino Gianni Cuperlo, che però in serata ha rinunciato al seggio, riaprendo la questione per un posto preziosissimo che è andato a Claudio De Vincenti. Nell’ultimo collegio uninominale, Bassa-Alto ferrarese, il candidato è Stefano Vaccari.

Passando al proporzionale, nel listino per il collegio 2, che unisce Modena e Ferrara, al primo posto c’è l’ex sindaco di Torino Piero Fassino, al secondo Carla Cantone, e  al terzo posto Andrea Rossi. Le logiche del paracadute hanno così fatto sì che il ministro Dario Franceschini (ferrarese) e la modenese Giuditta Pini fossero candidati sì in posizione sicura, ma nel collegio… della Romagna.Pini che evidentemente è molto popolare a Roma, visto che in tempi di magra per i modenesi si è guadagnata anche la terza posizione nel collegio proporzionale Bologna 3 Imola Bologna. Passando al Senato, per il collegio uninominale di Modena c'è il modenese d'adozione Edoardo Patriarca. Al plurinominale Modena-Piacenza, al primo posto c’è il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, mentre il fioranese Matteo Richetti è al secondo posto, e dunque in posizione eleggibile.

Un bel disastro per il Pd modenese: immaginabile la rabbia e la frustrazione in via Rainusso, dove ieri mattina si è riunita una segreteria ad alta tensione. Ma una speranza di raddrizzare un po’ le cose è nata ieri sera, appunto, con la rinuncia di Gianni Cuperlo, che ha fatto sapere di aver «dato la disponibilità a dare una mano in un collegio qualunque della mia città: a Sassuolo, spero, ci sarà una candidata o un candidato che di quei luoghi si sentirà parte. Molto più di me, come è giusto che sia».

Una rinuncia che ha quindi riaperto i giochi, anche se il vuoto che si è aperto nella zona Modena sud ieri alle 23 non era ancora stato colmato: oggi la questione sarà chiusa definitivamente, anche se sembra difficile che a rientrare possa essere la Maletti. A cambiare, invece, potrebbe essere la posizione di Edoardo Patriarca, che sembra destinato a prendere il posto di Andrea Rossi nel seggio certo dell’uninominale di Modena al Senato.