Modena. San Domenico, è conto alla rovescia
A metà settembre inizia il lavoro di recupero: ci saranno da controllare tutte le pareti. Entro un anno la riapertura
MODENA. Tempo un anno e finalmente saranno portati a compimento, almeno una parte dei complessi lavori che riguardano San Domenico, una delle chiese principali della città. Si parte a metà settembre con una prima tranche dei lavori riguardanti l’interno a cui seguirà una seconda tranche espressamente dedicata all’ampia cupola. L’edificio sacro, posto al fianco del Palazzo Ducale e gestito dai Paolini, è infatti chiuso dai tempi del terremoto. Oltre cinque anni con le porte sbarrate a causa dei notevoli danni, dunque, anche se per fortuna almeno l’attività religiosa qui non si è mai interrotta visto che i parroci ogni giorno officiano nell’ampia sacrestia di via III febbraio. Ora si parte, come spiega don Marino Adani, superiore dei Paolini e vicario episcopale per la vita religiosa della diocesi di Modena-Nonantola. «Partiamo finalmente a metà settembre - spiega il parroco - appena sarà pronta la chiesa di San Giorgio vicino a via Farini.
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In quell’edificio infatti i lavori di ripristino sono durati un anno e sono quasi terminati quindi passeremo ad officiare le messe là in modo da permettere i lavori in San Domenico riuscendo così a proseguire con l’attività quotidiana». Don Marino spiega poi riguardo a San Domenico che «Anche qui il sisma ha purtroppo portato a numerosi danni, per fortuna ha risparmiato la sacrestia del ‘600 abbastanza ampia. Per quanto riguarda il primo capitolato dei lavori, con progetto approvato dalla Soprintendenza alle belle arti, abbiamo già individuato la ditta specializzata che eseguirà i lavori». I lavori appunto sono impegnativi, per una delle chiese principali della città vista anche la vicinanza con il palazzo Ducale e piazza Roma da poco pedonalizzata. «Purtroppo in san Domenico - continua don Marino Adani - tutte le pareti sono da controllare dagli esperti, ed è sostanzialmente il contenuto del primo appalto che abbiamo assegnato. Poi c’è da controllare la cupola che è molto elevata e va messa in sicurezza. Tutti problemi che si risolveranno, ma serve tempo. Abbiamo anche da controllare il campanile, anche perché pende sull’istituto Venturi e ovviamente deve essere anch’esso in piena sicurezza. I finanziamenti per entrambe le tranche di lavori arrivano in parte dalla Diocesi e in parte dalla Regione per i fondi del terremoto. Ma ora finalmente ci siamo e ora facciamo le cose per bene pensando soprattutto alla sicurezza dei fedeli». Intanto da alcuni mesi San Domenico risulta recintato a causa della caduta di calcinacci. Per fortuna è ormai pronta San Giorgio, altra chiesa storica del centro storico.