Gazzetta di Modena

Modena

Addio a Balugani ex dirigente di polizia e ricercatore storico 

Addio a Balugani ex dirigente di polizia e ricercatore storico 

Fu capo della Mobile e per quasi 11 anni della Polizia Postale Studioso, scrisse libri sulle stragi nazifasciste e la Resistenza

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Polizia in lutto per la scomparsa di Rolando Balugani, 73 anni, storico dirigente della Polizia Postale di Modena, scomparso ieri mattina per una malattia che non gli ha lasciato scampo.
Se ne va così uno dei protagonisti delle indagini più dure degli anni ’60 e ’70 a Reggio Emilia e Modena, alla caccia di terroristi e sequestratori come capo della Squadra Mobile della Questura. Una caccia che lo portò subito ad affrontare le minacce dei gruppi neofascisti dell’epoca sopratutto quando cominciò a seguire le tracce di Paolo Bellini, figura di spicco dell’estrema destra prima in Emilia e poi a livello nazionale, reo confesso dell’omicidio politico di Alceste Campanile.
«Se mi avessero dato retta - ripeteva negli anni successivi a chi gli chiedeva conto del cambio di rotta delle sue mansioni in divisa - avremmo evitato una lunga scia di lutti, di omicidi».
Le previsioni di Balugani si rivelarono tragicamente esatte.
Al netto dei dieci omicidi come killer di mafia e ’ndrangheta che gli vengono attribuiti (anche in carcere) e per i quali è dietro le sbarre, Bellini è stato sospettato e poi prosciolto per la strage alla stazione di Bologna.
È stato anche confidente dei carabinieri, come provato in varie inchieste, e ha giocato il ruolo del pentito dopo l’uccisione di un suo sodale. Infine è stato vicino ai clan vincenti dei siciliani ai tempi delle stragi e degli attentati. Ma a Reggio è ricordato ancora oggi per essere stato uno dei mastini più tenaci nel dare la caccia agli autori dei sequestri di persona, che dalla metà degli anni ’70 furono una piaga tra le nostre due province. Fu tra i primi a denunciare infiltrazioni e collusioni mafiose, sempre in quegli anni, ma i suoi collegamenti rispetto alle indagini in corso vennero ritenuti insufficienti e furono lasciati cadere, dagli inquirenti e spesso anche dalle stesse forze dell’ordine.
Di qui lo spostamento in un incarico meno di prima linea, alla Polizia Postale a Modena.
Nel frattempo, sin dagli anni giovanili, non aveva mai smesso di essere un segugio per trovare i resti del padre e degli zii, trucidati dai nazifascisti in quello che è stato chiamato l’eccidio di Ciano.
Rolando Balugani non conobbe mai suo padre. Aveva solo otto mesi quando gli uomini in camicia nera assieme a quelli con il teschio sulla divisa presero i tre fratelli Balugani, li torturano e li impiccarono, facendo sparire i loro corpi assieme ad altri in una fossa comune. Quando, parecchi anni dopo la fine della guerra, furono trovati e riesumati i resti, lui riconobbe tra gli stracci e i resti ossei quello che era stato suo padre perchè aveva il foro di un colpo di pistola nella nuca.
Come si ripetè per anni in paese, l’improvvisato patibolo per l’impiccagione rovinò a terra lasciandolo ancora vico: ci pensò un milite della Rsi a sbrigare l’incombenza. Una storia segnata dai lutti del fascismo quella della sua famiglia; un suo zio acquisito, Zosimo Marinelli, fu catturato a Montombraro e fucilato per rappresaglia a Bologna nel 1944. Il nonno Battista, già sindaco di Zocca per il Partito Popolare nel 1922, fu cacciato dai manganelli fascisti. A fine guerra riuscì a sepellire i suoi cari prima di morire di crepacuore.
La terza attività per cui era noto Balugani era quella di ricercatore storico. Inutile dire che i fatti della Resistenza e la repressione dei nazifascisti furono al centro del suo puntuale lavoro negli archivi. Scrisse nove libri; il penultimo, uscito due anni fa, fu tutto dedicato a Walter Reder, ufficiale delle Ss, il boia di Marzabotto (700 vittime civili) che imperversò con la sua unità anche nell’Appennino modenese. Ricostruì la vicenda, il processo per crimini di guerra nel 1951, la condanna all’ergastolo e la liberazione a opera di Craxi nel 1985.
Balugani fu anche viceprocuratore onorario e socio dell’associazione d’arma della Polizia. Il fratello Pietro, già al vertice dell’Ordine degli Ingegneri, è stato sindaco di Zocca sino all’anno scorso. I funerali si terranno domani a Montombraro di Zocca alle 11. Oggi la salma sarà esposta nella camera ardente del Policlinico di Modena.