La prof. Modena ripubblica la sua verità aggiornata alla sentenza di appello
Torna in libreria con una versione riveduta e aggiornata de «La mia verità» la professoressa Maria Grazia Modena. L’ex responsabile della Struttura complessa di Cardiologia al Policlinico ha scritto...
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Torna in libreria con una versione riveduta e aggiornata de «La mia verità» la professoressa Maria Grazia Modena. L’ex responsabile della Struttura complessa di Cardiologia al Policlinico ha scritto un libro in cui ripercorre, dalla sua posizione, l’intera vicenda che l’ha anche vista finire agli arresti.
Una vicenda che lei ritiene sia tutta una montatura, nata soprattutto dalle invidie dei colleghi che ambivano al suo ruolo. La professoressa Modena - va ricordato - era stata condannata in primo grado al termine di un processo con rito abbreviato a 4 anni di carcere e a 5 di interdizione dai pubblici uffici, compresa la docenza universitaria. In Appello è stata confermata la condanna a otto mesi (pena sospesa) per falso riguardo a comunicazioni ufficiali mentre è stata assolta dai reati più gravi come l’associazione a delinquere, l’abuso d’ufficio e la corruzione. Ora la Procura potrebbe ricorrere in Cassazione. Sulla scia dell’assoluzione dai reati più gravi la professoressa è stata reintegrata nel suo ruolo all’interno dell’Università. Un reintegro che ancora portato all’assegnazione di un suo ufficio.
Una vicenda che lei ritiene sia tutta una montatura, nata soprattutto dalle invidie dei colleghi che ambivano al suo ruolo. La professoressa Modena - va ricordato - era stata condannata in primo grado al termine di un processo con rito abbreviato a 4 anni di carcere e a 5 di interdizione dai pubblici uffici, compresa la docenza universitaria. In Appello è stata confermata la condanna a otto mesi (pena sospesa) per falso riguardo a comunicazioni ufficiali mentre è stata assolta dai reati più gravi come l’associazione a delinquere, l’abuso d’ufficio e la corruzione. Ora la Procura potrebbe ricorrere in Cassazione. Sulla scia dell’assoluzione dai reati più gravi la professoressa è stata reintegrata nel suo ruolo all’interno dell’Università. Un reintegro che ancora portato all’assegnazione di un suo ufficio.