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Formigine: hotel Giardini, protesta di 70 profughi

Formigine: hotel Giardini, protesta di 70 profughi

A causarla le condizioni di salute di un neonato e i mancati pagamenti. Arrivano carabinieri e assistenti sociali

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FORMIGINE. Una mamma e un papà allarmati dalle condizioni di salute del loro neonato. Nulla di grave, qualche lieve irritazione cutanea, che, però, preoccupava quei giovani genitori ancora inesperti.

È questa la causa della protesta che si è sollevata ieri all’hotel Giardini di Formigine, dove sono ospitati una settantina degli ottanta richiedenti asilo presenti nel territorio comunale, provenienti da diverse aree dell’Africa.

Al grido d’allarme lanciato dai due genitori, si è unito quello degli altri che si trovano ad affrontare lo stesso problema presente a livello nazionale, ovvero i ritardi nei pagamenti dei pocket money, la diaria che spetta a ciascuno di loro per spese varie e cibo.

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Ad intervenire i carabinieri, arrivati con sette pattuglie in via del tutto precauzionale, dato che non si sono registrati momenti di tensione, né tantomeno atti di aggressione. Se i militari hanno provveduto a ristabilire la tranquillità e rassicurare i profughi, oltre ad eseguire i normali controlli sulle persone ospitate nell’hotel trovando tutto in regola, il Comune ha inviato polizia municipale e assistenti sociali per ascoltare le richieste dei due genitori preoccupati dalle condizioni del neonato. Si provvederà a far visitare il piccolo da un pediatria.

La sensazione, però, è che il malcontento dei migranti sia ben più ampio rispetto al singolo caso del bambino ed infatti alcuni dei ragazzi presenti si sono lamentati non solo del mancato pagamento del pocket money, ma anche della qualità del cibo che viene loro fornito quotidianamente. Problemi che, però, non hanno fatto alzare il “muro contro muro” con la comunità formiginese. Al contrario.

Nel corso dei mesi i profughi hanno partecipato alle attività di volontariato organizzate dal Comune (oltre 25), come ad esempio la pulizia delle aree verdi, prestando la massima disponibilità.

«Ed altre ancora ne organizzeremo - spiega il sindaco Maria Costi -. Noi facciamo il nostro, l’unica criticità che abbiamo più volte segnalato è l’aggregazione massiccia di persone nello stesso luogo, come avviene all’hotel Giardini. Sarebbe meglio se venissero suddivisi in nuclei meno numerosi. Siamo di fronte ad un’emergenza nazionale che inevitabilmente va a ricadere sui Comuni, anche se quello di Formigine fa ampiamente il suo. Come ieri quando, non appena sono venuta a conoscenza della situazione, ho inviato gli assistenti sociali».

Ma di certo il sindaco non può nulla di fronte ai ritardi con cui lo Stato salda i propri debiti con le cooperative sociali, in questo caso la Caleidos, che si occupano di migranti. (gib)