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Cnh resterà a Modena e «potrà crescere ancora»

Gabriele Farina
Cnh resterà a Modena e «potrà crescere ancora»

Il dirigente Carlo Lambro ha parlato del futuro aziendale durante la visita agli stabilimenti del presidente della Regione Bonaccini

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MODENA «Il made in Modena rimarrà a Modena». È la garanzia data da Carlo Lambro a Stefano Bonaccini: il presidente della Regione ha visitato ieri gli stabilimenti modenesi di CNH Industrial. A fare da guida appunto Lambro, presidente del marchio New Holland Agriculture e vicepresidente per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa del gruppo. CNH è una società che è divisa tra quattro nazioni (Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti) e legata alla Fiat, per l’esattezza Fiat Chrysler Automobiles, da cui è stata scorporata. Lo stabilimento di Modena è stato inaugurato nel 1928 proprio per produrre trattori Fiat. Oggi può contare su quasi mille dipendenti. Sono circa cento in meno nel centro sviluppo di San Matteo, il più grande di tutto il gruppo. Occhiali protettivi, giubba gialla, il governatore li ha passati in rassegna entrambi.

Bonaccini ha elogiato i risultati ottenuti in termini di personale impiegato. Un suo obiettivo è ridurre la disoccupazione in Emilia Romagna, avvicinando la soglia del 7 per cento già a fine anno.

«Stiamo facendo il nostro non soltanto per mantenere l’occupazione - ha garantito Lambro - ma cercando di aumentare i posti. Un esempio? Dalla metà del prossimo anno ci saranno nuove produzioni a Modena, soprattutto nel campo delle trasmissioni innovative per tutti i siti produttivi del gruppo».

Spazi in cui anche giovani potranno dare un contributo.

«Anche quest’anno abbiamo assunto molti neolaureati - ha riconosciuto Giuseppe Cordua, direttore di stabilimento - con contratti quasi sempre a tempo indeterminato, magari iniziando con uno stage. Tanti miglioramenti alle linee di montaggio sono stati sviluppati dai nostri uomini».

Il governatore Bonaccini ha apprezzato la qualità dei macchinari prodotti nei luoghi visitati. «Si è competitivi nella globalizzazione - ha sostenuto il governatore - se ciò che si produce non è imitabile da altri».

Essere competitivi in un momento difficile è una sfida che richiama al tema del Festival Filosofia appena concluso: l’agonismo.

«Si prospetta un futuro particolarmente difficile - ha anticipato Lambro - perché i prezzi delle derrate agricole sono ai minimi storici; inoltre la disparità tra il reddito dell’agricoltore e il prezzo pagato dal consumatore è una forbice che s’allarga anziché ridursi. Speriamo che nella seconda parte del 2017, in parallelo con lo sviluppo di nuovi prodotti, ci sia una ripresa di mercato che ci veda vincenti». In Europa, dove si attende stabilità, il gruppo punta sull’innovazione e il “precision farming”.

«Significa fare agricoltura consumando di meno e producendo di più», ha chiarificato il cicerone. Il gruppo guarda con interesse ad altri luoghi.

«Un’area interessante è la zona latinomericana - ha spiegato ancora Carlo Lambro - con Stati quali il Brasile e l’Argentina. In Paesi emergenti, come Cina e India, i brand sono presenti con produzioni locali. Negli Stati Uniti il brand sta crescendo e può crescere sempre di più».

Senza dimenticare da dove si è partiti. «La meccanizzazione del gruppo è a Modena - ha confermato Lambro - e rimarrà a Modena».