Bianchi a Festival Filosofia: «L’Io si costruisce anche con la lotta spirituale»
Il priore di Bose ha insistito sull’importanza di resistere alle pulsioni malefiche «Il sesso è ridotto a cosa frivola: va eliminato l’egoismo della “cosificazione”»
SASSUOLO. La lectio sulla lotta spirituale del saggista e monaco laico Enzo Bianchi in occasione del "FestivalFilosofia" ha affollato piazzale Avanzini (dentro la tensostruttura, dove ha parlato) e piazza Garibaldi, nella quale è stato proiettato lo streaming. Il religioso ha iniziato la lezione spiegando proprio cosa significhi questa lotta e come l'uomo abbia una natura animale intrinseca contro cui deve lottare per non farsi sopraffare dalle pulsioni.
«Ciò che è autenticamente umano - ha affermato Enzo Bianchi - è autenticamente cristiano. La lotta spirituale è un combattimento necessario per la costruzione di se stessi e per il cammino di umanizzazione. Si tratta di lottare contro ciò che noi percepiamo come male: un'animalità che deve essere domata, sottomessa, razionalizzata. Dobbiamo attuare una resistenza al fine di essere vincitori su queste pulsioni malefiche. Si tratta di affrontare quello che Pavese chiamava ’il duro mestiere del vivere'. Le immagini della lotta contro il male sono belliche, o anche sportive, perché sia nella guerra che gli uomini fanno, sia all'interno dell'attività sportiva, c'è l'esigenza di sforzo, fatica ed esercizi che portano a rinunce: il guerriero deve vincere la battaglia, l'atleta la partita. Sono soldati chiamati a spogliarsi delle armi che offendono e possono far del male agli altri e le loro armi sono le virtù umane, come la fiducia e la carità. Nessuno può sottrarsi a questa lotta se non arrendendosi agli impulsi caotici che ci alienano e ci impediscono di fare della nostra vita un'opera d'arte. C'è una responsabilità nelle generazioni mature, che dovrebbero trasmettere quest'arte della lotta interiore. Chi non è capace è destinato ad avere un io fragile e narcisista, chiamato ad essere semplicemente un appartenente a quella società che Zygmunt Bauman chiama 'società liquida'». Il saggista ha poi continuato il suo discorso spiegando cosa siano le tre pulsioni madre contro cui l'uomo non deve cedere, che agiscono sulle sfere umane dell'amare, dell'avere e del volere: la libido amandi, dell'eros, la libido possidendi, del possesso, e libido dominandi, dell'affermazione di sé. Concentrandosi sulla libido amandi ha anche parlato delle conseguenze della pornografia all'interno della nostra cultura e società, di come svuoti le persone di significato. «È diffusa un'immagine di sessualità poco impegnativa, frivola, da non prendere sul serio - ha continuato - l'uomo trova il senso della sua vita nell'amare, tuttavia anch'esso deve avere dei limiti e l'eros, il desiderio, deve essere capaci di accettare la distanza. Sono molti i casi di violenza sessuale di cui sentiamo parlare dai mass media: dobbiamo ricordare che l'incontro sessuale è l'incontro dei corpi di due persone che si amano, non di due corpi usati come oggetto. Bisogna eliminare l’egoismo della “cosificazione”».