Giacomo: da Modena a New York "per danzare e sentirmi libero”
La passione e l’impegno del modenese Giacomo Bavuttilo lo hanno portato alla prestigiosa scuola di Martha Graham nel cuore della "Grande Mela"
MODENA. Ad ispirare la sua passione per la danza è stato assistere ad un saggio della sorella gemella. Da lì sorge una domanda: perché non ci sono ballerini maschi? Giacomo Bavutti decide di provare, andando oltre i pregiudizi di un sessismo che a soli 11 anni gli sta già troppo stretto.
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Stanco del triathlon, si iscrive alla scuola “Coreutica” di Modena, dove la sua insegnante Annarita Ronconi gli insegna una vasta gamma di tecniche di ballo e gli impartisce una lezione di vita che si rivela fondamentale: “L’importante è trovarsi nel posto giusto al momento giusto”.
Nel 2011, a soli 15 anni, Giacomo decide che il suo futuro è nella danza ed è disposto a sacrificare il suo tempo libero per farne una carriera; ma la scuola chiude, lasciandolo con tanti interrogativi. Per fortuna Annarita sceglie di continuare a seguire Giacomo privatamente e, durante l’ultimo anno di liceo, Giacomo viene selezionato da una scuola di Reggio Emilia dove studia classica con Mauro Carboni, che integra le conoscenze di teatro danza, improvvisazione, moderna, jazz e tip tap acquisite negli anni con la Ronconi.
La sua giornata tipo di maturando diventa sempre più impegnativa: tre ore di danza al giorno, correndo dal Wiligelmo alla stazione dei treni dove lo aspetta il treno per Reggio e poi l’autobus per arrivare alla scuola Progetto Danza.
La fine delle superiori si avvicina e Giacomo si impegna al massimo alle audizioni in scuole di danza professionali, finché la sua mentore Annarita lo invita a partecipare a quella della Martha Graham School di New York. È il febbraio 2015 e lui deve studiare sodo per preparare anche l’esame di maturità al Wiligelmo, ma il destino gli riserva una sorpresa: viene selezionato subito, differentemente da quanto accade di solito.
Trovarsi nel posto giusto al momento giusto è un concetto fatidico, perché tra la varie audizioni che Giacomo ha intrapreso lo stesso anno, non tutte sono andate bene: paradossalmente la più importante è stata anche la più soddisfacente e gli ha aperto le porte di una conoscenza inaspettata, quella del mondo di Martha Graham.
«Oltre che dai consigli di Annarita, credo di essere stato accompagnato anche dall’alto: la fede ha avuto un ruolo importante, perché non mi sono mai sentito solo – racconta il ballerino - Mi sono presentato all’audizione senza conoscere veramente in cosa consistesse la tecnica Graham, nonostante avessi già intrapreso parte di questo repertorio durante i miei studi precedenti».
Già da ragazzino la famiglia ha un ruolo importante nelle sue scelte: «Hanno avuto fiducia in me, anche se all’inizio c’è stata qualche incomprensione: la carriera artistica aveva spaventato i miei genitori, perché la strada è difficile e non sempre garantisce un futuro. Ma poi hanno capito le mie intenzioni e che per me danzare significa esprimermi, sentirmi libero, tirare fuori la mia vera natura, trovando pienezza e pace interiore».
A soli 19 anni quindi parte da solo per New York, dove lo aspettano un percorso di duro lavoro e una vita da costruire con le proprie mani: «Quando sono arrivato c’era gente molto più preparata di me, in quest’anno ho lavorato molto su muscolatura e tecnica, ma i risultati si sono visti: sono stato selezionato dalla Graham 2 ed è un grande risultato».
La Graham 2 è la compagnia di ballo giovanile, una “junior artist” che permette di ottenere una borsa di studio dell’80% sulla retta della scuola (di circa 10.000 dollari annui), a fronte di un impegno orario che può essere anche più del doppio delle ore di lezione.
La settimana tipo di ogni semestre alterna materie teoriche, tra cui anatomia, storia della musica e storia della danza Graham, a materie pratiche come lezioni di danza classica, tecnica Graham e repertorio coreografico di Martha.
Dei quattro livelli del corso, Giacomo si trova attualmente al terzo e ambisce ad arrivare al quarto entro settembre.
La tabella di marcia per i livelli più alti è molto serrata e richiede stage obbligatori durante le vacanze (in pratica non ci si ferma quasi mai), con allenamenti che prevedono una media di cinque-sei ore di danza al giorno.
Ogni semestre gli allievi vengono sottoposti a due valutazioni, che variano dalla tecnica alle caratteristiche fisiche, quindi flessibilità e magrezza.
«Il corpo fa parte dell’immagine complessiva dello spettacolo e noi dobbiamo attenerci a questa caratteristica estetica, perché sul palco devono essere presenti corpi belli e allenati… per fortuna noi siamo tutti adulti, quindi sappiamo gestirci senza incappare in episodi di anoressia, anche perché non abbiamo pressioni psicologiche in questo senso».
Il corso professionale dura due anni, poi starà ai ballerini fare la propria gavetta affrontando gioie e dolori delle audizioni nelle compagnie di ballo di tutto il mondo.
Giacomo, modenese appena ventenne che insegue il suo sogno nella Grande Mela, con la propria storia insegna ai suoi coetanei che per ottenere ciò che si vuole è vero che “bisogna essere nel posto giusto al momento giusto”, ma occorre per prima cosa rimboccarsi le maniche e dare il massimo, accettando anche le eventuali sconfitte quotidiane, perché il sudore, prima o poi, ripaga.
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