Gazzetta di Modena

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Femminicidio di Betta Fella, Canò resta in carcere

Femminicidio di Betta Fella, Canò resta in carcere

L’uomo a Sant’Anna con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Ieri l’autopsia sulla donna

03 luglio 2016
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MODENA. Armando Canò resterà in cella. Così ha deciso il giudice delle indagini preliminari per l’ex compagno 50enne di Bernardetta Fella: l’uomo si trovava nel carcere di Sant’Anna in stato di fermo di polizia giudiziaria per l’accusa di omicidio e di occultamento di cadavere. Il cinquantenne, in cura presso il Centro di salute mentale dell’Ausl, si era avvalso della facoltà di non rispondere durante l’udienza di convalida nel corso della quale era stato assistito dal suo legale di fiducia Gianluca Barbiero.

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Alla luce di questa decisione, la difesa ha fatto sapere che probabilmente richiederà per Canò l’infermità mentale. L’avvocato difensore infatti verrà presto in possesso delle cartelle cliniche di Canò e quando potrà disporre di un quadro esaustivo sulle condizioni psico-sanitarie del 50enne, il cui caso è seguito dal centro di salute mentale dell’Ausl di Modena, con ogni probabilità avanzerà una richiesta di misura alternativa al carcere: al posto della prigione un ricovero presso una struttura sanitaria idonea allo stato del suo assistito o un ospedale psichiatrico. Intanto è stato eseguito l’esame autoptico sul corpo di Bernardetta Fella, particolarmente difficile per il cattivo stato del cadavere rimasto chiuso per alcuni giorni dentro un frigorifero staccato e abbandonato nella cantina del palazzo alla Madonnina dove è avvenuto il delitto. Il risultato dell’autopsia sarà ufficializzato entro 90 giorni, il tempo a disposizione dei periti per depositarne gli esiti.

Secondo quanto confessato da Armando Canò, subito dopo l’arresto, la donna sarebbe stata strangolata e successivamente nascosta all’interno del frigo dove è stata poi ritrovata. All’origine del delitto, sempre secondo l’ex convivente,, la fine della relazione e il tentativo di Bernardetta di arrivare ad una riappacificazione. Una storia, secondo quanto accertato, già da tanto tempo degenerata in un rapporto violento, di maltrattamenti e di prevaricazioni. La vittima infatti più di una volta aveva confessato alle amiche di temere per la sua incolumità e più di una volta aveva anche interpellato le forze dell’ordine ma senza formalizzare una denuncia vera e propria. Fino ad alcuni giorni fa quando un ultimo disperato tentativo di riavvicinamento al suo ex compagno è sfociato nell’esito finale di un raccapricciante omicidio.