L'appello delle chiese cristiane di Modena: «Fermiamo un anno gli aborti»
Grande mobilitazione in centro con un corteo e un momento di preghiera che ha coinvolto oltre 350 persone insieme al vescovo in occasione del Giubileo della Misericordia
MODENA. «No alla morte, sì alla vita». Un’onda che si è propagata ieri sera da largo Sant’Agostino a piazza Grande. A sorreggerla oltre trecento braccia durante la preghiera in cammino “Per la vita nascente”. Esperienze toccanti si sono unite a proposte per la società civile.
«Chiediamo una moratoria - ha esordito Giovanni Paolo Ramonda, rappresentante dell’associazione Papa Giovanni XXIII - per sospendere l’aborto per un anno. Può essere un modo per dire no alla morte e sì alla vita in occasione dell’Anno della Misericordia. Si potrebbe partire proprio da Modena».
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L’idea è giunta alle orecchie del vescovo: «Può essere un segno - ha risposto don Erio - e un modo per dire che la vita vale sempre. La Misericordia si manifesta fin dall’inizio. Ci sono tre elementi deboli nella vita umana: l’origine, l’esposizione e la fine. Non sempre si dà attenzione al livello normativo e culturale». Se la vita vale in quanto tale, i cristiani sono chiamati a un compito. «Dobbiamo avere uno sguardo più profondo», ha ribadito don Erio. Come? Guardando ai più piccoli, come fatto da Gesù Cristo: per essere grandi siate come i bambini.
«Chiediamo al Signore di avere attenzione per i più piccoli», ha ripreso Andrea Mazzi, rappresentante dell’associazione. Per don Maurizio Trevisan occorre «mettere gli ultimi e gli indifesi al centro». Una parola chiave potrebbe essere apertura altruistica. Don Erio ha scritto una preghiera per la vita in occasione della marcia. Tra le richieste al Signore quella di «non far prevalere l’egoismo che respinge la vita, la paura che la teme, l’efficientismo che la trascura e la considera un elemento di disturbo». Messaggi per salvare la vita anche a livello embrionale sono stati lanciati da diverse chiese, in italiano e in inglese, da voci adulte e giovani. Lungo il percorso ci sono state tappe di riflessione. In piazza Matteotti Anna Maria ha raccontato la storia del suo bambino.
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Un figlio vissuto per due ore per un’acrania. All’inizio pensava di abortire. Poi ha conosciuto un’associazione che ha cambiato tutto. «La vita vale sempre - ha ripreso il marito, Francesco - sia se è vissuta è un secondo sia se dura cent’anni: davanti al Signore non c’è tempo. Una scelta di vero amore non può lasciare soli».
C’è stata anche una donna che raccontato storie di aborti. «Ho chiesto l’assoluzione - ha spiegato la signora - Dio ci perdona. Siamo noi che dobbiamo aprire il cuore con umiltà, ammettendo il peccato». I giovani presenti erano a conoscenza dei temi. «Conosco qualche giovane che ha partorito - ha riconosciuto Luigi Costantini, l’autore del manifesto - e in modo indiretto ho sentito di storie di persone che hanno chiesto aiuto per la scelta». «Ho conosciuto due ragazze che hanno avuto un figlio - ha concluso Caterina Garuti - uno nato all’interno di un matrimonio, un altro no. In un caso ci sono stati dubbi: ora li vedo felici, ma non è stato facile».