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«L’autostrada è un pericolo Ecco perché»

«L’autostrada è un pericolo Ecco perché»

Il tracciato attraversa i campi acquiferi che alimentano il nostro acquedotto

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Dopo trent'anni di promesse, progetti e polemiche, con il Decreto “Sblocca Italia” e il via libera del Cipe, la Bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo sembra concretizzarsi. Per questo si moltiplicano gli allarmi, sia sull'opportunità di costruire un'opera ritenuta necessaria negli anni Ottanta, quindi «decisamente superata dagli eventi», sia sul tracciato scelto, che passerebbe esattamente nel mezzo del campo acquifero che alimenta l'acquedotto di Modena.

«Nonostante la nuova realtà viaria e il calo di produzione del settore ceramico - afferma l'ingegner Gianbattista Messori - la bretella è stata definita dal governo di “preminente interesse strategico”. Poco importa se l' opera, per un importo di oltre 500 milioni di euro, corre lungo la sponda modenese del fiume Secchia per poi attraversare i campi acquiferi di Marzaglia che alimentano l’ acquedotto di Modena, calpestando persino il più grande pozzo che probabilmente dovrà essere chiuso».

Una zona vulnerabile, già minacciata dai grandi poli estrattivi, cave la cui profondità ha già raggiunto la falda. Per Messori, ingegnere civile, già dirigente d'azienda e libero professionista, «trasparenza ed interesse pubblico richiederebbero una Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che purtroppo non è stata eseguita, perché con lo “Sblocca Italia” è stato ridotto il livello di rispetto ambientale nel caso in cui le opere siano dichiarate di “interesse strategico”, come nel caso della bretella».

Il problema ambientale è noto, visto che, ricorda Messori, «già l'impatto ambientale della sola bretella eseguito nel 2000 dalla TAV è stato definito a “rischio idrogeologico molto elevato”. Lascio immaginare la valutazione che ne scaturirebbe nella realtà attuale».In definitiva, «sarà alterato lo stato delle falde più profonde e il rischio della potabilità delle acque che alimentano Modena diverrà più che reale. E nessuna seria garanzia in merito può essere data, salvo il monitoraggio periodico dei campioni d' acqua. Che succederà dopo che gli stessi campi acquiferi di Cognento non sono più utilizzabili? Tutti dovremmo aver coscienza che l'acqua e l'ambiente sono i beni fondamentali da preservare». Ma ci sono alternative alla bretella autostradale? Per Messori sì, e non sono fatte d’asfalto. «Nella nuova realtà, occorre il coraggio di riconoscere che il “vantaggio competitivo” delle nostre imprese ceramiche non può risiedere in una bretella autostradale che condurrebbe al solo recupero di qualche minuto da parte del traffico pesante (se utilizzata, essendo a pagamento), ma nell' affrontare l’ irrisolto nodo da decenni della mancanza di logistica del trasporto nel completamento dei carichi, oltre alla costruzione di una diversa bretella che non genera inquinamento: quella ferroviaria fra gli scali merci di Marzaglia e Dinazzano, in mancanza della quale Dinazzano sarà sottoutilizzato per la concorrenza autostradale».

E non è tutto. «Occorre prendere atto che nell' era della globalizzazione dei mercati e dell' innovazione digitale, il vero “vantaggio competitivo” delle imprese dipende soprattutto da infrastrutture immateriali ed è in tale direzione che bisogna proseguire, dopo che le nostre principali aziende ceramiche hanno raggiunto l'eccellenza nel modello “Industria 4.0”, basato sull' ottimizzazione dei processi, la qualità e l' innovazione dei prodotti e la riduzione delle scorte».

Tutto questo, sottolinea Messori - «richiede visione del futuro, cultura, passione e sincero desiderio del bene comune. In una parola, richiede vera politica.Da anni nella frazione di Marzaglia opera un Comitato di cittadini che, in una visione non localistica dei problemi, si è sempre confrontato e battuto, ad ogni livello istituzionale, per ridurre gli impatti ambientali ed il rispetto delle falde. E ciò non è stato certo facile nella disinformazione generale. La devastazione del paese che ne seguirà qualora fosse dato il via alla bretella - conclude l’ingegner Messori - potrà anche non interessare i non residenti, ma alla cittadinanza di Modena abbiamo sempre ricordato che in realtà i campi acquiferi di Marzaglia sono le falde della città. Ora, almeno, prima che sia troppo tardi, nessuno potrà più dire: “Non sapevo”».

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