Gazzetta di Modena

Modena

Albareto e la criminalità: «Ci hanno lasciati soli»

di Gabriele Farina
Albareto e la criminalità: «Ci hanno lasciati soli»

«Per sentirci sicuri in questa zona servirebbe l’esercito e non solo le telecamere» «Il sindaco dice che c’è vigilanza? Qui non si vede nessuno. Noi pronti ad armarci»

3 MINUTI DI LETTURA





«Ad Albareto chiediamo l’esercito e le telecamere». È la richiesta, decisa, di residenti e commercianti della frazione. Voci raccolte in una petizione che, rimarcano gli organizzatori, ha superato le quattrocento firme.

«Siamo chiusi in casa - esordisce Claudio Ferrari, rappresentante dei cittadini - e abbiamo paura. Un collega ha avuto la casa “visitata” per tre volte. I carabinieri dicono che i furti sono diminuiti, ma ormai sono eclatanti. L’altro giorno sono andato a fotografare gli zingari presso il Canaletto: mi hanno inseguito, tirandomi sassi». Cristina Bezzi, invece, è stata seguita da un’auto. «È accaduto la sera stessa in cui poi hanno aggredito una signora - racconta con vigore l’edicolante - ho chiamato gli agenti e in 10-15 minuti sono arrivati con le sirene spiegate. La colpa non è delle forze dell’ordine, ma dello Stato. Una persona è stata fermata due volte con il furgoncino pieno di roba rubata.

L’indomani era di nuovo libero: è normale? Abbiamo messo le telecamere, l’impianto d’allarme, la “nebbia”. La sera siamo quasi sempre due all’orario di chiusura. Conoscono gli obiettivi sensibili, girano tutto il giorno». Non mancano le critiche al sindaco. «Muzzarelli afferma che le vigilanze ci sono? - riprende Cristina - Ci mostri in uno schema dove sono e quando intervengono». Diversi residenti riferiscono furti con scasso. Gli oggetti variano: dal cruscotto al cellulare.

L’elenco prosegue. «Davanti casa nostra hanno portato via il cruscotto di un’auto - ricorda Angelina Lillo - a mia figlia hanno spaccato il vetro per rubare due euro lasciati incustoditi. La macchina era parcheggiata sotto casa, lei ha dovuto pagare duecento euro di riparazione». «Sabato davanti a casa nostra hanno portato via una televisione e un frigo - riprende Adriano, un cliente della farmacia - con le telecamere i ladri non vengono più». La farmacia è diventata il quartier generale per firmare le richieste da presentare alle autorità. È anche uno degli obiettivi più colpiti. «Nella vecchia sede sono entrati quattro volte - ribadisce la titolare Claudia Fina - dopo venti giorni che abbiamo aperto nella nuova sono tornati. Nel giro di pochi mesi è stato un continuo. Prima mettono le telecamere meglio è».

Nell’attività l’impianto di videosorveglianza c’è. «Sanno però come fare», ammette Giulia Bellocchi, farmacista. «Il suo volto era coperto - riprende Claudia - ha impiegato sette minuti per entrare spostando il vetro antisfondamento, prendere quanto c’era in cassa e andare via. È successo una domenica alle 17.30. Il vetro è rimasto a terra fino all’indomani mattina: avrebbero potuto portare via tutto. Gli agenti ci sono, ma anche se li catturano che fanno?». «Con l’esercito uno si sente più sicuro», garantisce Settimo Pozzati da via Dodi.

La strada è una delle più colpite dai furti domestici. «Hanno rubato in tutte le case - spiega l’intervistato - a noi mentre eravamo a fare la spesa. Sono organizzati, sanno come muoversi. Una macchina è stata trovata senza gomme. Magari con le telecamere uno potrebbe essere identificato».

«Tante attività si sono già spostate - riconosce Sara Davolio dal forno - serve più controllo». Dal bar a fianco della farmacia c’è scetticismo per la petizione.

Per loro servono due elementi: vigili fissi e cittadini che denunciano. Per chi rappresenta i firmatari non serve la vigilanza di quartiere proposta dalla Lega. «Paghiamo già le tasse - conclude Claudio - e c’è la polizia. Prendete i ladri e metteteli in prigione, non agli arresti domiciliari. La petizione deve servire, altrimenti in che Stato siamo?».

©RIPRODUZIONE RISERVATA