Gazzetta di Modena

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Montecreto omaggia don Ercole

Montecreto omaggia don Ercole

Rievocazione e film amatoriale sul coraggio del prete che evitò la strage nazista

07 gennaio 2016
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MONTECRETO. È una storia di eroismo e solidarietà che si perde tra le pieghe della grande storia della seconda guerra mondiale, ma sopravvive invece ancora ben viva in una piccola comunità come quella di Montecreto. È quella di don Ercole Bertolani, che rischiò la vita per salvare il paese da distruzione e rappresaglie. Quelle vicende hanno spinto, in occasione dei 70 anni dalla fine della guerra, a una grande rappresentazione in costume andata in scena il 2 agosto nell’antica rocca davanti a centinaia di persone. Da quell’applauditissimo spettacolo è stato tratto un dvd (visionabile al Museo della Comunità appena ribattezzato quale “Casa dei Leoni di pietra”) presentato il 2 gennaio a Montecreto in una sala consiliare gremita, alla presenza anche dei nipoti di don Ercole: Anna Maria Bertolani, (figlia del fratello Vittorino) e Primo e Laura Bulgarelli (figli della sorella Matilde), molto toccati da questa riproposizione così intensa di quei fatti accaduti tra il 19 e il 22 marzo 1945.

In quei giorni il maresciallo Peder, comandante della 232ª divisione Wehrmacht di stanza a Montecreto, tramite un informatore venne in possesso di una lista contenente i nomi di tutti i partigiani locali. Quando questi lo seppero, decisero di eliminarlo attraverso il gruppo locale “Vipera” comandato da Baffin, ma il sacerdote, che conosceva bene il maresciallo e il suo credo non nazista, sapendo che l’azione avrebbe innescato una rappresaglia, implorò i partigiani che gli lasciassero fare un tentativo presso il militare per convincerlo a consegnargli la lista. Andò quindi da lui e, in un colloquio tesissimo, che lo espose al rischio di fucilazione per i fatti di cui dimostrò di essere a conoscenza, riuscì a fare distruggere la lista al maresciallo, che la gettò in una stufa. E così la sua uccisione, come la rappresaglia nazista, fu scongiurata.

Quei due colloqui chiave sono stati ricostruiti dallo storico locale Carlo Beneventi (regista della rappresentazione) leggendo il diario di guerra del parroco, e interpretati da gente del Frignano, senza attori. Ecco allora Alessandro Gherardini nei panni di Baffin, l’editore Adelmo Iaccheri in quelli di don Ercole (rappresentato poi dallo stesso Beneventi nella stesura del diario), Giuseppe Venturi in quelli di Peder e poi via via gli altri personaggi.

«È stato stupendo da vedere - ha commentato Anna Maria Bertolani - sapevo che don Ercole era stato grande, ma non pensavo avesse fatto un’azione così alta e importante».

«Sapeva che in tutte le persone c’è un fondo di bontà: è stato questo convincimento a permettergli di fare quello che ha fatto», ha invece sottolineato Primo Bulgarelli.

«È stata un'iniziativa bella ed emozionante - ha osservato il sindaco Leandro Bonucchi - che ci spinge a pensare ad altri progetti da trarre dal diario di guerra, magari un’altra rappresentazione già la prossima estate».