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Scritte su un leone del Duomo di Modena, la cattedrale è indifesa

Stefano Luppi
Scritte su un leone del Duomo di Modena, la cattedrale è indifesa

Diocesi preoccupata: «Il Duomo indifeso dalle follie dei vandali» A Modena la scritta su una delle statue della facciata fa emergere il problema Diocesi preoccupata: «Il Duomo indifeso dalle follie dei vandali»intanto a Roma scattano le condanne con multe salate per sfregi al Colosseo

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MODENA.  Una scritta, peraltro stupida come "Vigili, Comune di m.", da un paio di giorni lorda uno dei simboli di Modena come il leone in pietra che con il gemello è a "guardia" della facciata del Duomo. La "firma" l'ha lasciata con un pennarello un poveretto che ha pensato bene di sfregiare - per fortuna senza causare danni permanenti, pare - il fianco del leone davanti a uno degli obiettivi più sensibili della nostra città anche perché simbolo religioso dell'Italia. E naturalmente monumento insigne, non a caso inserito dall'Unesco tra i suoi beni patrimonio mondiale dell'umanità. Un luogo, la cattedrale, che dunque dovrebbe essere protetto a fondo: le telecamere che agiscono su piazza Duomo, da poco resa pedonale, ci sono. Sono due. Una, di ultima generazione, è posta sul lato della facciata e potrebbe avere registrato il volto del vandalo all'opera.

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VIDEO AL SETACCIO.Gli investigatori stanno osservando le immagini, anche se non sarà semplice risalire all'autore del gesto: tanti pensano possa essere avvenuto di notte, quando davanti alla cattedrale non c'è nessuno. Il vandalo pare abbia utilizzato un semplice pennarello per lasciare la sua dimenticabilissima opinione e dunque potrebbe avere agito anche di giorno, magari "coperto" fisicamente da altre persone.

LINEA DURA AL COLOSSEO. L'autore del brutto gesto non è neppure fantasioso visto che solo due giorni fa un "collega" di scempiaggine a Roma è stato colto in flagrante e denunciato dopo aver inciso una parte. Mentre a novembre per un a“K disegnata sull’anfiteatro romano, un russo di 42 anni venne arrestato con l’accusa di «danneggiamento aggravato». L’uomo è stato condannato a 4 mesi di reclusione e a pagare una multa pari a ventimila euro entro tre mesi. L’episodio modenese è, fortunatamente, poco rilevante ma apre squarci sulla sicurezza dei nostri principali monumenti. E la sensazione non è tranquillizzante.

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DIOCESI PREOCCUPATA. Particolarmente preoccupato del fatto è monsignor Giacomo Morandi, vicario dell'Arcidiocesi: «Ce ne siamo accorti da poche ore - dice - e abbiamo immediatamente incaricato il nostro responsabile tecnico di controllare e attivare un restauratore per risolvere il problema. Per fortuna non si tratta di un danno invasivo al leone, ma certo dimostra come il nostro Duomo sia troppo facilmente esposto agli atti vandalici. Sono molto preoccupato, forse il gesto è stato compiuto in piena notte perché per il resto qui è sempre tutto illuminato».

SONO CAPOLAVORI. Come ricorda monsignor Morandi . I due leoni che completano la facciata del Duomo sono, come l'intero monumento, due capolavori artistici e a parte alcuni rifacimenti moderni sono addirittura precedenti la chiesa visto che sono di origine romana. I due animali in pietra sono stati restaurati, come l'intera cattedrale, negli anni scorsi, quando si dovette anche risolvere il problema di una eccessiva colorazione rossastra che i leoni assumevano in caso di pioggia insistente. La storia del Duomo annovera anche un caso ancor più clamoroso, risalente alla fine degli anno Ottanta, quando si scoprì che i tossicodipendenti tagliavano la droga da iniettarsi con la polvere del marmo grattata dalle pareti bianche della Cattedrale.

La storia italiana è piena di atti vandalici contro opere d'arte famose. Il gesto forse più eclatante fu compiuto il primo maggio 1972, al giro di "Io sono Gesù Cristo!", dal folle australiano Laszlo Toth che assestò quindici martellate contro la Pietà di Michelangelo esposta in Vaticano. Passano meno di 20 anni e, sempre ai danni di Michelangelo, in questo caso il notissimo David di Firenze, il vandalo Pietro Cannata rompe tre dita della statua della Galleria dell'Accademia. ©RIPRODUZIONE RISERVATA