Rinasce la casa simbolo del sisma
Novi. La palazzina contorta dalle scosse la cui foto fece il giro del mondo sarà riaperta il 4 luglio
NOVI. L’immagine ha fatto il giro del mondo, a partire da 29 maggio 2012, divenendo il simbolo sconvolgente della forza impietosa del terremoto che ha cambiato il volto della Bassa per sempre. La tristemente famosa “casa in ginocchio” -com’è stata soprannominata dopo le scosse - di via Pio La Torre a Rovereto è rinata e domenica alle 17.30 verrà mostrata pubblicamente durante una cerimonia di inaugurazione.
Ad occuparsi della progettazione integrata della palazzina, dove vivevano e vivranno ancora otto famiglie, è l’ingegner Emanuele Guidetti dello studio Gmrt architetture & engineering di Reggio, mentre la ditta costruttrice è la carpigiana Cmb. Il costo della ricostruzione è stato di un milione e 700mila euro, coperto interamente dalla cosiddetta cambiale Errani, di cui però deve ancora arrivare l’ultima tranche.
«I proprietari mi hanno contattato dopo il sisma e abbiamo accettato l’incarico – commenta l’ingegner Guidetti – il primo anno è stato di progettazione e di ricerca di orientamento tra la miriade di ordinanze che uscivano ogni giorno: non è stato semplice rimanere al passo. Durante le nostre valutazioni, abbiamo capito che la palazzina non era recuperabile, ma abbiamo deciso comunque di mantenere la sagoma iniziale e gli appartamenti non sono stati sostanzialmente modificati. Tuttavia si è scelto di riammodernare l’aspetto esterno del fabbricato. La palazzina ora è in classe A, energicamente isolata e rinnovata nelle normative e nell’impiantistica, tra l’altro. L’abitazione produce energia grazie ai pannelli fotovoltaici e al microcogeneratore. Sul fronte dei finanziamenti per la ricostruzione, l’importo della cambiale Errani, pari a un milione e 730mila euro copre completamente i costi e il nostro studio non ha richiesto anticipi ai proprietari. Finora abbiamo incassato il 70% del contributo. Abbiamo presentato inoltre la richiesta di abitabilità che si chiuderà a breve. Poi avremo 120 giorni per presentare l’ultimo Stato di avanzamento lavori», conclude Guidetti.
Di certo sono numerosi i roveretani che accorreranno all’inaugurazione che si preannuncia come un vero e proprio evento, sperando che ne possano seguire diversi altri simili nel sempre ostico percorso della ricostruzione della Bassa.
Serena Arbizzi