«La Bianchini riparte senza i Bianchini»
L’amministratore giudiziario ha incontrato i sindacati e i dipendenti: «Negli appalti saremo una garanzia di legalità»
SAN FELICE. L’amministratore giudiziario della ditta Bianchini costruzioni, avvocato Rosario Di Legami, ha incontrato giovedì i sindacati e alcuni rappresentanti dei dipendenti dell’azienda finita nell’occhio del ciclone prima per la vicenda amianto e poi per l’arresto del titolare, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
L’azienda, come noto, è stata riammessa alla white list dalla Prefettura, in attesa di una “resurrezione” che passerà dalla chiusura del fallimento già pronunciato dal Tribunale di Modena, prima di rientrare sul mercato imprenditoriale.
Avvocato, come ha trovato i dipendenti?
«Ho riscontrato un clima di grande speranza, e di disponibilità. Ho trasmesso un concetto che dovrà improntare d’ora in poi tutta l’attività, ovvero che le regole sono totalmente nuove ed improntate alla più assoluta legalità».
I suoi prossimi passi?
«Incontrare le istituzioni. Ho già avuto modo di conoscere a suo tempo il presidente della Regione Stefano Bonaccini, ora occorrerà un passaggio con tutte le autorità, anche locali, per presentare e condividere la situazione che si è determinata».
Ha già incontrato anche il curatore fallimentare, dottorLuigi Fontana. Può dirci come si procederà, dal momento che si è creata una situazione inusuale e che sussiste tuttora una sentenza di fallimento?
«Procederemo secondo la legge. Il codice antimafia prevede la possibilità che sia l’amministratore giudiziario a gestire i beni sottoposti a sequestro. Il che non significa che non verrà preso in considerazione l’interesse dei creditori. Restano alcuni passaggi da fare, siamo solo al primo passo. L’intenzione condivisa oggi è comunque quella di riportare l’azienda Bianchini sul mercato, e senza Bianchini».
E nell’immediato?
«Richiameremo progressivamente al lavoro tecnici e operai. Poi contatteremo i committenti che c’erano prima della esclusione dalla White list, infine parteciperemo alle gare di appalto».
Non teme che chiamandosi Bianchini o rappresentando comunque una azienda sotto tutela giudiziaria questo possa comportare svantaggi o vantaggi rispetto ad altre aziende concorrenti?
«La coerenza con la legalità non può essere una colpa, nè mi auguro che l’azienda debba perire per... legalità. Mi spiego: con la nuova amministrazione non ci sarà il pericolo del massimo ribasso, nei termini che hanno suscitato in passato tante perplessità. Semmai è una garanzia. Sono convinto che dalla presenza sul territorio e negli appalti di una azienda in amministrazione giudiziaria possa sorgere una rinnovata coscienza civile».
Poi c’è il problema di smaltire la montagna all’amianto.
«È mia intenzione affrontare anche questo e non credo occorreranno le cifre così alte di cui ho letto in passato». (a.se)