Vincenzo Mancuso, il “brooker” della ’ndrangheta
Ravarino. Gestiva i soldi della famiglia grazie a due società Organizzava i viaggi dei contanti e li investiva nel Modenese
RAVARINO. Cinquant’anni ancora da compiere, un ruolo nella cosca Grande Aracri che viene considerato di spicco, in particolare nella gestione del denaro che arrivava direttamente dalla Calabria o in quello che rimaneva in Emilia per essere poi reinvestito. Vincenzo Mancuso è originario di Cutro, ma vive a Ravarino e gli inquirenti lo considerano tra i personaggi di spicco dell’associazione tant’è vero che l’accusa principale è quella di associazione di stampo mafioso. “Quella svolta dal Mancuso - si legge nell’ordinanza - costituisce un’attività illecita fortemente connotata dall’appartenenza al sodalizio criminale, del quale egli conosce le dinamiche più significative, orientando di conseguenza il proprio comportamento e nel cui interesse finale agisce”.
Mancuso viene descritto come un personaggio dalla spiccata “capacità affaristica” e con Salvatore Cappa progetta, pianifica e gestisce l’attività di fatturazione per operazioni inesistenti, servendosi consapevolmente delle imprese utilizzate nelle attività di reimpiego del denaro proveniente sia dall’organizzazione mafiosa cutrese che da quella emiliana. Perché i soldi al 50enne ravarinese arrivavano sia dal Sud che da altre parti d’Italia e dalla Germania grazie ad una collaudata strategia di viaggio: contanti e assegni, infatti, viaggiavano a bordo dei pullman di linea grazie ad autisti compiacenti.
Sono due le società di cui Mancuso si avvale con regolarità: la Edil Building di via Pellico a Soliera e la Magnolia di strada Villanova a Modena. Lo ndranghetista non ne è socio, ma di fatto le amministra e le utilizza per fatturazioni e giroconti. I proprietari vengono definiti dei “prestanome” di cui Mancuso si serve per la consegna del denaro al compare Cappa. Eppure il 50enne si muove con disinvoltura, addirittura va in banca per gestire gli affari mentre la Edil Building finisce anche per essere segnalata in quanto l’amministratore (uomo di fiducia di Mancuso) effettuava operazioni sospette di versamenti e prelievi.
Ma la storia di Mancuso, pur essendo un fedele della famiglia, non è sempre semplice. Quando Nicolino Grande Aracri sospetta che Romolo Villirillo, colui che di fatto è incaricato di portare i soldi al nord, trattiene parte dei contanti, lo taglia fuori dal giro. Villirillo è però il referente di Mancuso, che cerca subito di affrancarsi. C’è addirittura chi gli consiglia di scendere a Cutro con due assegni da 50mila euro cadauno per dimostrare la propria fedeltà. Sono momenti critici, che presto passano e portano il 50enne a legarsi ad Antonio Gualtieri, nuovo emissario dei Grande Aracri.
Francesco Dondi