Esselunga: «Progetto quasi ultimato» E sarà sfida alla Coop
L’azienda milanese conferma: «In arrivo il nostro piano» Coop Estense sceglie il silenzio. Due market in pochi metri
«Siamo ormai vicini alla definizione progettuale dell'assetto planivolumetrico - dicono dall'azienda - e stiamo inoltre mettendo a punto il progetto delle opere di urbanizzazione».
Così, da Milano, Esselunga conferma quanto anticipato ieri dall’assessore Gabriele Giacobazzi: il nuovo supermarket nell’area dell’ex-consorzio agrario di via Canaletto si farà. Si sta lavorando al piano particolareggiato che ridisegnerà la parte del terreno di proprietà della catena che fa capo a Bernardo Caprotti, in tutto 45mila metri quadrati, a fronte di 9mila acquistati nella stessa area da Coop Estense. Una decisione non di poco conto, visto che pochi mesi fa lo stesso patron Caprotti meditava tra le altre soluzioni anche di vendere quell'area “sfortunata”. Ora la realtà sembra diversa e a fine 2015, ma più probabile nel 2016 potrebbe esserci l’inaugurazione della nuova superficie di vendita. Un market che aprirà un lotta all’“ultimo sconto” con la diretta concorrente: Coop Canaletto. Il market targato Esselunga potrà arrivare fino a 1500 metri quadrati il doppio della Coop che di metri ne misura 800.
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Coop Estense che, sull’argomento, ieri non ha rilasciato dichiarazioni. Del resto al colosso di viale Virgilio non resta che constatare l’esito, divenuto scontato dopo la decisione del Comune di “spacchettare” l ’area ovvero dividere la superficie su cui convergevano tre proprietari (Comune, Coop e Esselunga) inizialmente legati ad un progetto unico di riqualificazione sul quale però non si trovò l’intesa tra Coop e Esselunga.
Coop Estense deve prendere atto che la delibera comunale permette una capacità di edificazione commerciale che per Coop Estense (viste la dimensioni minime dell’area di sua proprietà) è sostanzialmente nulla, e per Esselunga invece è tale da realizzare un supermercato. Di sicuro in viale Virgilio saranno più che rammaricati.
Del resto questa è la concorrenza e mai come ora Esselunga sembra determinata a mettere radici: allargamento del market di Sassuolo, uno quasi ultimato ad Appalto di Soliera e ora la programmazione di via Canaletto.
Certo il progetto di Coop Estense per la sua fetta di area sarà di altro tipo: un fazzoletto di terra a confronto dei concorrenti lombardi, acquistato a caro prezzo ormai tredici anni fa. Lo scontro tra Coop Estense ed Esselunga prosegue infatti dal 2001 e nel corso degli anni prima l'assessore Daniele Sitta e in seguito Gabriele Giacobazzi hanno cercato di mediare tra i due contendenti. Senza però, finora, risolvere alcunché, tanto che dopo anni tutto è rimasto bloccato.
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Nel frattempo nell’area è avanzato il degrado. La zona tra Canaletto sud e via Fanti, sul retro della stazione Fs, è davvero poco felice per usare un eufemismo. Occorre visitare la zona vicino alla quale transitano ogni giorno centinaia di automobilisti e tanti pendolari diretti ai treni per vedere quel che forse ora una città europea come Modena non può più permettersi. Sono tanti i rifiuti nell'amplissima zona verde di proprietà di Esselunga e pure in quella piccola ai margini di proprietà di Coop Estense all'angolo con il “famigerato” condominio R-Nord (altra emergenza in via di soluzione non senza fatica in città).
Non solo. Tra le alte sterpaglie al centro dell'area tra Fanti e Canaletto si intravvedono ombre di tipi poco raccomandabili che è meglio evitare di conoscere mentre intorno si apre un gigantesco acquitrino con animali e piccioni soprattutto. Ma non si potrebbe chiedere almeno di bonificare l'area da animali e persone che certo non vanno tra quelle piante a prendere un the? E, poco oltre, all'altezza del civico 154 di via Fanti - su mura diroccate esiste ancora - in mezzo alle sterpaglie si individua anche una borsa portacomputer. Forse, chissà, il frutto del furto di qualche balordo che senz'altro frequenta quest'area a pochissime centinaia di metri dal centro storico e anche dal centro giovani Happen che è stato posizionato sotto l'R-Nord. Ma quel che sconcerta ancora di più, a 25 anni dalla caduta di quello di Berlino, è il vero e proprio muro che divide le proprietà incolte delle due grandi aziende alimentari che lì vorrebbero costruire ognuna il proprio supermercato. Si tratta di un muro di vecchi mattoni, ancora integro, che forse può divenire il simbolo della incredibile situazione che si è venuta a creare.