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Benzinai contro le banche «No a carte e bancomat»

Benzinai contro le banche «No a carte e bancomat»

Franco Giberti della Faib: «Le tariffe per i pagamenti con la moneta elettronica sono insostenibili e in alcuni casi arrivano sino al 2%: è tutto il nostro guadagno»

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Meglio munirsi di contanti oggi per fare il pieno alla vettura.

Per tutta la giornata i benzinai di Modena e provincia hanno deciso di aderire alla protesta contro il sistema bancario che «impone costi insostenibili per l'acquisto del carburante». È parte di ciò che troveremo scritto presso tutti le stazioni di servizio e rifornimento carburanti, dove non saranno accettati i pagamenti con carte di credito e bancomat, ma solo contanti. «E’ una protesta più che legittima. In questo modo vogliamo denunciare il monopolio bancario ed i costi inaccettabili di carte di credito e pagobancomat a carico degli operatori delle stazioni di servizio», spiega Franco Giberti, presidente di Faib-Confesercenti Modena preannunciando che in ambito nazionale ci saranno ricorsi alla Commissione europea e all’Antitrust.

I gestori degli impianti di distribuzione hanno l'obbligo di accettare pagamenti attraverso la moneta elettronica. Ma il costo delle commissioni bancarie è talmente spropositato da assorbire l’intero margine di gestione.

«I gestori operano con margini variabili dal 1% al 2% del prezzo finale pagato dal consumatore – tiene a precisare Giberti - mentre i costi per le transazioni elettroniche variano, a seconda degli istituti bancari e dei territori, dallo 0,5% all'1,2%, con punte che arrivano a sfiorare il 2%. È questo il risultato dei provvedimenti governativi, che hanno finito per penalizzare piccole imprese, lavoratori e consumatori ad esclusivo vantaggio degli istituti bancari e dei consorzi interbancari. Quelli che gestiscono in regime di oligopolio l’emissione e l’utilizzo delle carte di credito e del pagobancomat. Semplificando: mentre il Governo impone ad esercenti e consumatori l’utilizzo delle carte, dall’altro lascia assolutamente libero il sistema bancario di fissare condizioni e costi a proprio piacimento e in ragione delle proprie esigenze. E tutto questo nonostante “l’Europa delle banche” stia per adottare una normativa che contiene il costo massimo del servizio fra lo 0,2 e lo 0,3%». Da qui la protesta che sarà attuata oggi. «Nessuna autorità – conclude Giberti – può obbligare una piccola impresa a vendere in perdita. Ci attendiamo che l'Unione Europea da una parte, e l'AGCM nazionale dall'altra, a seguito della denuncia, intervengano per ripristinare certezza del diritto e libertà di concorrenza. E' giunto il momento di dire basta allo strapotere delle banche».

Felicia Buonomo