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Zone rosse, il dibattito si accende

Zone rosse, il dibattito si accende

Dal “Centro documentazione donna” un secco “no”, ma sul web la risposta è “sì”

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Zone rosse anche a Modena? Prosegue il dibattito aperto dalla decisione di uno dei municipi di Roma in cui è divisa la capitale di creare le “aree e a prostituzione tollerata” alla quale hanno subito fatto eco le parole di Fausto Cigni che, ribadisce, la sua assoluta convinzione sulla necessità di istituire zone rosse per la prostituzione a Modena. In occasione del seminario "Prevenire è… Comunicare la violenza di genere", svoltosi nella Sala del Consiglio Comunale di Modena in conclusione del progetto “Le parole per non dirla. Iniziative di sensibilizzazione e prevenzione della violenza contro le donne”, a cura del Centro Documentazione Donna, abbiamo chiesto un parere a Vittorina Maestroni, presidente del Centro in merito a questo tema.

Da parte sua, niente di nuovo sotto il sole, d'altronde la risposta era prevedibile: totale disaccordo. In linea con la posizione di Caterina Liotti, consigliere del Pd , da sempre in campo sui temi dei diritti delle donne, che abbiamo riportato l’altro giorno. Ma oltre a dire no il punto è: come risolverebbe il problema della prostituzione il mondo femminista?

«La soluzione non è certamente nascondere la cosa in una zona ben precisa o ancora peggio in case private», afferma la Maestroni.

«Ancora una volta prendiamo il problema dal lato femminile, come per la violenza di genere, senza chiederci qual è il ruolo maschile. In questo caso, parliamo del motivo per cui un certo tipo di mestiere continua a esistere», continua. È chiaro che il punto d'arrivo, forse utopico, è la scomparsa di un mestiere che, ci piaccia o no, esiste almeno dall'antica Roma, ma il punto di vista è radicale: «non bastano contratti o regolamentazioni per un mestiere mercificante nei confronti del corpo femminile", conclude la Maestroni.

Ciò detto resta il fatto che il problema è esteso, visibile e non visibile, con donne sfruttate, ma che anche per scelta disperata, decidono di vendere il proprio corpo. Le posizioni sultema sono variegate. La Gazzetta in questi giorni attraverso il proprio sito internet ha provato a lanciare un sondaggio. Ovviamente nessuna pretesa di valore statistico, ma l’indicazione che ne deriva è molto chiara. Per il 60% di coloro che hanno espresso il loro parere la prostituzione va regolamentata e ristretta a luoghi chiusi con controlli sanitari e applicazione delle imposte fiscali. Un altro 30% si dice favorevole alla creazione delle zone rosse, con presidi sanitari e fiscalità.

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