La scomparsa di Rispoli, il ricordo
“Maremma maiala”. Carlo avrebbe probabilmente reagito così se avesse ricevuto una notizia terrificante e improvvisa come quella giunta ieri in Gazzetta della sua scomparsa.
“Maremma maiala”. Carlo avrebbe probabilmente reagito così se avesse ricevuto una notizia terrificante e improvvisa come quella giunta ieri in Gazzetta della sua scomparsa. Era un figlio della Maremma, terra dura e appassionata, madre di uomini veri, tutti di un pezzo, che non conoscono la fatica. E il podismo, lo sport di fatica, è stato il suo mondo. Dall'alba al tramonto, con la giacca a vento e nella neve o sotto il sole cocente a temperature insopportabili. C'era sempre, col suo taccuino e la macchina fotografica. A raccogliere classifiche, fotografare podi, vincitori e gruppi. Non ci sono corse o podisti che non siano finiti sulla Gazzetta di Modena a firma di Carlo Rispoli. Era con noi dalla rinascita del giornale, dai primi anni 80, ci lasciò per qualche anno, ma poi tornò a casa. Una figura storica del settore sportivo del nostro giornale, un vero cronista, sempre sul posto a consumare le suole delle scarpe. Individuava un talento al volo e la sua presenza alla partenza e all'arrivo delle gare dava lustro alle stesse: perché c'era Carlo Rispoli, la penna storica del podismo modenese. Non amava la ribalta, non andava sul palco ma era sempre sotto, puntuale e preciso, a raccontare com'era andata. E non amava nemmeno lo sport professionistico: il suo mondo era la strada, il tempio della fatica dei suoi amati podisti. Un giornalista vecchio stampo che portava gli articoli battuti a macchina, ma che aveva saputo adeguarsi ai tempi moderni, al computer, alle foto in digitale. Quando veniva in redazione, ogni domenica e ogni lunedì, portava sempre un tocco di colore e umanità col suo marcato accento toscano. Era un piacere averlo tra noi. Un uomo umile, una bella persona. Grazie Carlo, hai scritto qualcosa di importante anche nei nostri cuori. Un abbraccio. (p.v.)