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Bonaccini: «La vera sfida è competere sul lavoro»

Bonaccini: «La vera sfida è competere sul lavoro»

Il candidato spiega il suo programma: «So cosa cambiare e cosa mantenere nel governo di questa regione. Ci batteremo per ridurre la burocrazia»

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Una chiusura di campagna elettorale alla modenese. Stefano Bonaccini ha scelto il Baluardo della Cittadella per lanciare il suo ultimo appello per le primarie di domani. Ospiti da tutta la regione, da Roberta Mori a Valerio Massimo Manfredi, per l’ultimo scatto verso una vittoria annunciata.

Stefano Bonaccini, pensare che non si voleva nemmeno candidare...

«Potermi candidare alla guida della mia regione è per me un grandissimo onore. È che avevo la proposta di Renzi per andare a guidare l'organizzazione del primo partito europeo. Se avessimo trovato una soluzione unitaria avrei accettato. Non essendosi determinate quelle condizioni, e con una spinta molto forte dai territori, ho deciso di candidarmi».

A Modena pensavano che avrebbe fatto come alle comunali: l'attesa, lunga, e poi l'uscita di scena.

«A Modena rinunciai soltanto perché fui chiamato nella nuova segreteria nazionale, con una delega molto rilevante come quella agli enti locali. Esperienza peraltro bellissima, della quale sarò sempre grato a Renzi, che mi servirà parecchio in questa nuova sfida, perché ho stabilito solide relazioni e rapporti con chi oggi governa il Paese, le regioni e i comuni e con chi siede in Europa per il Pd».

È vero che Renzi ha provato a fare sintesi tra lei e Richetti ma non c’è riuscito?

«Il Premier ha ben altro cui pensare: cambiare verso al Paese e all'Europa. È giusto che si occupi di quello. E poi molti dei punti programmatici di Matteo sono già presenti nel mio programma e altri li ho fatti miei perché sono assolutamente condivisibili, a partire dalla lotta senza quartiere alla burocrazia verso le imprese, le famiglie, i cittadini».

Una battuta sull'inchiesta: non pensa che comunque questa indagine sarà una vera e propria cappa sulla campagna elettorale?

«Certo è capitata nel momento meno opportuno, proprio mentre depositavo le firme a sostegno della mia candidatura. Ma non ho mai immaginato complotti. La magistratura deve fare giustamente il proprio dovere e le opportune verifiche. Dopodiché ribadisco la mia assoluta serenità».

Sanità: Modena arriva con un Policlinico discusso, Baggiovara che chiede di più, una rete provinciale sempre al centro anche delle promesse politiche. Che idea si è fatto?

«Che la nostra sanità è un elemento di eccellenza nel panorama italiano e non solo. E che per continuare a esserlo deve fare quel che ha sempre fatto: cambiare e innovarsi. Avendo come obiettivi strategici l'eccellenza e il territorio, inteso come sistema integrato di cure primarie e semplicità di accesso. Noi vogliamo assicurare a ogni cittadino, ovunque abiti in questa regione, la migliore prestazione e consentirgli di accedervi nel modo più facile. L'integrazione funzionale e organizzativa degli ospedali e le nuove case della salute sono questo. Ciò che va invece aggredito e risolto, su questo garantisco massimo impegno, la riduzione dei tempi di attesa di alcune prestazioni sanitarie».

Infrastrutture: Bretella e Complanarina ormai sono entrate nel vocabolario dei modenesi. Anche in futuro saranno solo parole? Cosi come un trasporto pubblico che funzioni davvero?

«Cispadana, Bretella e Complanarina sono alcune delle priorità largamente condivise dal sistema modenese e regionale. Completano una rete che oggi è carente, ma rafforzano anche l'intermodalità con la ferrovia (e il mare) che deve essere il nuovo cuore del trasporto di merci e persone. E peraltro garantisco importanti investimenti che saranno ossigeno per garantire occupazione e crescita. Altre priorità per il nostro territorio la qualificazione di “Gigetto” e la connessione ferroviaria con Reggio e Maranello, l'ulteriore qualificazione del trasporto pubblico privilegiando il ferro e la gomma a basso impatto.

Ambiente: inceneritore da una parte e investimenti per evitare danni come le alluvioni dall'altra. Quanto si potrà fare davvero?

«Il sistema impiantistico per lo smaltimento dei rifiuti in Emilia-Romagna è stato pianificato in coerenza con la direttiva europea ed è stato in grado di garantire l'autosufficienza, raggiunta solo qui e in Lombardia, mentre tante altre regioni sono andate in emergenza, come drammaticamente tutti hanno potuto vedere in questi anni. Da tempo abbiamo detto “discariche zero” e l'obiettivo è assolutamente realizzabile, mentre per il termovalorizzatore di Modena si dovranno fare i conti con le politiche di riduzione dei rifiuti, riciclo e avvio al recuperi dei materiali raccolta differenziata, che in questi anni hanno dato importanti risultati. In ogni caso spingeremo al massimo per aumentare raccolta differenziata, premiare riuso e riciclo, chiudere tutte le discariche e ridurre il numero degli inceneritori entro pochi anni. Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico propongo un piano decennale di investimenti accedendo sia a fondi europei, che nazionali, anche attraverso lo sblocco del patto di stabilità per i comuni virtuosi che, non ho dubbi, il Governo Renzi attuerà entro l'anno, liberando un miliardo di euro per la nostra regione che è bloccato nei cassetti dei nostri sindaci».

Entriamo nello specifico del terremoto.

«È già stato fatto tanto e l’esperienza emiliana può essere la base di una legge nazionale. Mi prendo l’impegno di risolvere i problemi ancora aperti tra cui il prolungamento di due anni dello stato di emergenza, l’uscita dai moduli abitativi per rientrare in casa e la fiscalità di vantaggio».

Programmi. Perchè un elettore dovrebbe votare lei e non Balzani?

«Perché conosco la regione come le mie tasche, da Piacenza a Rimini, avendo in questi cinque anni, visitato tutti i territori e conosciuto i problemi delle singole realtà. Per cambiare bisogna conoscere. E io conosco cosa cambiare e cosa mantenere. E poi perché ho una più lunga esperienza di amministratore pubblico, 13 anni prima in un piccolo comune poi nella seconda città dell'Emilia-Romagna, Modena. Infine, perché ho lavorato fianco a fianco con coloro che oggi governano il Paese o siedono in Europa. Rapporti decisivi per collaborare con le istituzioni che dovranno interloquire con la nostra Regione».

Continuità o discontinuità con la gestione Errani?

«Solo uno sciocco potrebbe immaginare di proporsi per non cambiare nulla. Nella globalizzazione se ti fermi un giorno a contemplarti, gli altri ti hanno già superato. Aprirò una nuova stagione con una nuova classe dirigente che si dia l'obiettivo di competere coi territori più avanzati d'Europa e del mondo, non disperdendo il tanto di buono che si è' costruito in questi anni».

Dove si può migliorare nel governo della Regione?

«Aprendo una lotta senza quartiere contro la burocrazia (si è fatto poco in questi anni), intervenendo per ridurre drasticamente i tempi di attesa in sanità, puntando al consumo di suolo zero premiando riqualificazione e rigenerazione urbana».

Alleanza: Sel c’è come dice Mezzetti o ci sono problemi?

«Mi auguro ci sia, ma devo decidere loro in piena autonomia».

Nella sua idea di Regione che ruolo dovrà avere Bologna nei confronti degli altri territori?

«Ruolo centrale, importante, ma non esclusivo».