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Quando il soldato incitava i modenesi: fate il vostro dovere!

di Fabio Montella
Quando il soldato incitava i modenesi: fate il vostro dovere!

La storia del grande manifesto apparso in piazza Garibaldi per rafforzare il “fronte interno” nel febbraio del 1917

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Nel corso del 1917, l'anno più difficile della guerra, le autorità civili e militari intensificano l'uso della propaganda, sia per rafforzare il crescente stato di disagio dei soldati, sia per rafforzare il cosiddetto "fronte interno".

A Modena, ad esempio, è un enorme manifesto con la figura di un fante e la scritta "Fate tutti il vostro dovere!" ad incitare la popolazione civile alla "resistenza". Siamo ai primi di febbraio e su un muro di piazzale Garibaldi compare l'insolita pubblicità di guerra. Il soldato, tratteggiato dal disegnatore di origine francese Achille Mauzan, invita alla sottoscrizione del quarto prestito nazionale ed è promosso dal Credito Italiano.

Normalmente utilizzati per proclami ufficiali e annunci di spettacoli teatrali, le affissioni erano fino ad allora dirette ad un pubblico ristretto, d'élite. Nel corso della Grande Guerra i manifesti sono rivolti invece a tutta la popolazione, tramite l'uso di immagini di forte impatto e l'uso di parole d'ordine patriottiche. Secondo la "Gazzetta dell'Emilia" dell'11-12 febbraio 1917, la «grandiosa "plancha"» fatta affiggere dal Credito Italiano su un muro di piazzale Garibaldi, nel capoluogo, induce «numerosa folla» a soffermarsi per «osservarla e ammirarla». Per il giornale, lo sguardo penetrante del fante e l'indice della sua mano sinistra puntato verso l'osservatore, spiccano sul «mastodontico cartello a colori rappresentante un nostro soldato il quale, mentre la battaglia infuria, si volge al popolo d'Italia e gli intima di fare il suo dovere, concorrendo largamente alla sottoscrizione del Prestito Nazionale e contribuendo così a dar nuove armi e munizioni a coloro che espongono la vita per la grandezza della Patria».

Secondo il giornale si tratta "di un cartello straordinario, quale non fu mai prodotto in Italia ed è anche il più grande che sia stato pubblicato in Europa. Per la sua esecuzione occorse tutta una speciale organizzazione tecnica dell'atelier Butteri di Torino, sotto la guida dell'autore del bozzetto». Per far capire l'entità del lavoro la "Gazzetta" cita i prodigiosi "numeri": «Furono necessarie 108 lastre litografiche di m. 1 per 1,40. La sola carta di uno di questi manifesti pesa 2 Kg. ed il colore impiegato per la confezione di un esemplare è di ½ Kg. così che il cartello completo pesa circa due chilogrammi e mezzo!».

Come osserva lo storico Antonio Gibelli, il fante di Mauzan, così come i manifesti molto simili che compaiono negli altri Paesi in guerra, «non è solo un capitolo importante nella storia dell'immagine né solo un esempio significativo della propaganda di guerra. La figura entra a far parte del nuovo paesaggio urbano e ne segnala i mutamenti, investe l'universo della percezione, modifica i termini della comunicazione sociale». La sua uniformità, diffusione ed efficacia emotiva di coinvolgimento equivalgono a un "bombardamento delle immagini". Un bombardamento che «prelude e accompagna quello delle artiglierie: per certi versi lo rende possibile».

La forza espressiva dei nuovi prodotti di propaganda segna l'ingresso in una nuova era della comunicazione, che nel dopoguerra sarebbe esplosa con il trionfo dell'espressività litografica sulle "ingessate" possibilità della tradizione tipografica; con la definitiva vittoria, in altre parole, dell'immagine sui caratteri.

Per saperne di più:

- Antonio Gibelli, La Grande Guerra degli Italiani, Milano, Bur, 1998

- Fabio Montella, Modena e provincia nella Grande Guerra, Mirandola, Gruppo Studi Bassa Modenese, 2008