Gazzetta di Modena

Modena

Pazzi per le parole del cuore Arrivano le “star del verso”

di Michele Fuoco
Pazzi per le parole del cuore Arrivano le “star del verso”

Si apre la decima edizione della manifestazione che coinvolge sette comuni Autori italiani e stranieri, artisti e musicisti per coinvolgere il grande pubblico

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E dieci. Tante le edizioni di Poesia Festival che rappresentano un traguardo di sicuro rilievo per Unione Terre di Castelli (Castelnuovo, Castelvetro, Marano, Spilamberto, Vignola), Castelfranco e Maranello che lo organizzano con lodevole impegno, anche economico. Il merito fondamentale della manifestazione è quello di aver saputo educare alla poesia. Diciamolo pure: non molti credevano alla lunga vita del festival. Lo scetticismo che ha accompagnato la prima edizione della manifestazione è stato subito sconfitto dalla presenza, ai diversi appuntamenti, di un pubblico numeroso. E nel tempo l'interesse è aumentato, tanto da contare i partecipanti in decine di migliaia.

Il coinvolgimento è stato quasi totale. Dai bambini ai giovani e agli anziani, tanto che la poesia è approdata persino nelle case protette. Da spettatori si è diventati anche "attori", per i laboratori poetici che hanno coinvolto i più piccoli, come quelli realizzati, quest'anno, nella scuola primaria Don Milani di Castelnuovo, da Antonio Nesci cui si deve pure il laboratorio creativo per gli ospiti del Centro socio-riabilitativo I Portici di Vignola. A ciò si aggiungono, per tutto l'anno, i laboratori poetici nelle scuole primarie e secondarie curati pure da Simone Maretti e Marco Bertarini, nonché i "reading" di Sara Tarabusi per le le scuole secondarie. Protagonisti del "fare verso" sono gli under 29 che partecipano, a migliaia, ad un apposito concorso biennale. E sono nati persino progetti spontanei di associazioni e persone, tessendo anche legami, con immagini e filmati, tra poesia e psicologia e medicina..

Ma conta soprattutto, in questo ultimo decennio, aver acquistato la consapevolezza che si può essere educati alla poesia che il festival ha fatto diventare fonte perenne cui attingere, con la forte risonanza dei versi di figure di primo piano a livello internazionale. Alta si è levata la voce di poeti (dagli italiani Cucchi, Magrelli, Balestrini, De Angelis, Loi, Valduga, Scabia, Frabotta, Rondoni, agli stranieri Bonnefoy, Muldoon, Lian, Isabel Alegrìa, Montero, Harrison, Grunbein e, quest'anno, gli inglesi Armitage e McKendrick) con un colloquiare affabile e familiare, per un più facile contatto con la gente, tale da non far percepire fatica nel cammino verso la parola lirica.

La poesia è diventata esperienza attiva. Muove la vita, pervenendo alle frontiere della libertà, tracciate nelle pagine più alte. Ha consentito a questi luoghi di vivere un sorta di nuovo rinascimento, con la presenza di autori di straordinario spessore, interlocutori privilegiati per la libera circolazione delle idee e per farci capire la modernità nella riscoperta, con appositi "omaggi", nel recupero memoriale, dei giganti della letteratura di un passato remoto e prossimo.

In maniera positiva la poesia ha sperimentato, riflettendo su stessa e sulla complicità con altre forme creative, la coabitazione con i saperi e culture differenti (arti visive, musica, teatro), pur mantenendo il carattere di linguaggio autonomo. E' come stabilire diverse solidarietà mai generiche, un confronto con l'altro che ci fa capire che non esiste una identità, ma che le identità sono tante. E questi territori della provincia modenese ne hanno fatto quasi un oggetto di santificazione, tanto che la poesia, la cui parola è sempre in continua gemmazione, è circolata come un sottile pensiero ed è entrata in ogni casa come bisogno conoscitivo, risvegliando l'entusiasmo per la lettura. E ciò ha contribuito a risollevarla dalla marginalità alla quale il romanzo, ma pure la politica editoriale e recensori influenti avevano contribuito a relegarla, acquistando la forza di persuasione in diretta negli incontri con gli autori che hanno saputo ricostruire il suo mito, quello di essere un elemento di vita in senso superiore, spirituale, per il carattere della parola "scelta", scavata dal poeta fino in fondo al sistema dei suoi significati.

Il festival ha permesso di ritrovare la fiducia nell'attività poetica. Un atto di fede nella poesia e nella sua sottile forza di persuasione, nella civiltà che essa rappresenta. Non a caso lo scrittore Valerio Massimo Manfredi, presidente dellla Fondazione di Vignola, principale sponsor della manifestazione, sin dalla prima edizione, ritiene che «la poesia, nella voce sommessa e nascosta degli autori, è capace di migliorare persino l'etica delle persone».