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Futurismo e Anni 70 rivivono nelle sfilate dei brand modenesi

di Maria Vittoria Melchioni
Futurismo e Anni 70 rivivono nelle sfilate dei brand modenesi

A Milano in occasione della Settimana della Moda sono state definite le nuove macrotendenze per la prossima primavera-estate: fiori, festival rock, echi dello stile hippy e qualche classico

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L’arte futurista e gli anticonvenzionali anno ’70 sono stati le fonti d’ispirazione per i nostri stilisti impegnati nella settimana della moda a Milano che si è conclusa lunedì. Una fashion week in versione ridotta, poco più di quattro giorni, dato che domenica pomeriggio, dopo la sfilata di Dolce&Gabbana, gran parte della stampa e dei buyers sì è diretta a Malpensa per volare a Parigi.

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I brand del nostro territorio hanno comunque ricevuto l’attenzione che meritavano dato che strategicamente i loro show sono stati collocati nei giorni centrali. Prima a scendere in passerella Blugirl, la linea dedicata alle ragazze disegnata da Anna Molinari che ha attinto dall’atmosfera rock romantica dei festival musicali più in voga come il Coachella di Indio in California e Glastonbury nel Somerset nel Regno Unito. Il look iconico per la prossima primavera è composto da abiti corti in pizzo indossati con il giubbottino camouflage, ma impreziosito con fiori ricamati e bagliori di scintillanti cristalli e paillettes, ai piedi biker con borchie o le stra-vendute espadrillas e l’immancabile cuffia di lana in testa.

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Infusione di romanticismo invece per la prima linea Blumarine, nella quale Anna Molinari si rispecchia di più. Fiori, fiori e fiori come nel DNA della maison carpigiana: applicati su trasparenti gonne in chiffon, ricamati sui sexy abiti fascianti ad effetto nudo, evidenziati sulle bluse. I colori sono tenui con macchie di viola, verde e dei vitaminici arancio e giallo. Tornano i maxidress impalpabili che hanno segnato uno strepitoso più nelle vendite la scorsa estate, in versione nera e bianca. No tacchi alti, sì a sandali piatti con fascia larga in versione nera o nei colori dei metalli.

L’arte, la pittura in particolare, è la sua grande musa, così Angelo Marani continua la sua narrazione cromatica attraverso l’astrattismo lombardo scegliendo Luigi Veronesi, artista di punta del movimento, come ispirazione per i mini dress a blocchi di colore che hanno aperto la sua sfilata. Echi hippy per il poncho frangiato in morbidissima suede e nei pantaloni bottom bell (a campana) presentati in denim dark. Anche Marani ha fatto scendere le modelle dai tacchi per sostituirli con sandali flat metallizzati. Le emozioni per lo stilista di Correggio non sono finite però. Lunedì, infatti, sua figlia Giulia ha presentato la sua linea di maglieria che ha voluto chiamare “Click” in omaggio alle foto scattate con la polaroid dall’artista Andrea Tonellotto. Seta, cotone e viscosa per le bluse dalla linea leggermente over.

La palette cromatica punta tutto sui toni pastello del verde e dell’azzurro con inserti di giallo e altre tinte calde. Grande debutto in passerella anche per Elisabetta Franchi, che suggella così un anno commercialmente già vissuto al top. Un cancello di un vecchio maestoso maniero ha suscitato intense emozioni nella stilista che ha immaginato come fosse la vita oltre quelle lamine di ferro intrecciate. E’ un’atmosfera da favola quella ricreata nel suo défilé, le geometrie riprodotte sugli abiti con ramage di paillettes riprendono i motivi della lavorazione del cancello con echi decò e anni ’20. La femminilità è posta in risalto dai punti vita accentuati e dai décolleté evidenziati. Immancabili il golden touch e il maculato scelto anche per una principesca gonna dalla lunghezza e dai volumi importanti. Un occhio di riguardo per gli accessori: micro bag con tracolla a catena, décolleté in pelle specchiata nei colori dei metalli, sandali cage con tacco sottilissimo.