Gazzetta di Modena

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Spara al rivale in amore e scappa, arrestato 39enne

Spara al rivale in amore e scappa, arrestato 39enne

Aveva tentato di uccidere l’uomo che sospettava essere l’amante della moglie I carabinieri lo hanno rintracciato e preso, aveva aperto un’attività a Sassuolo

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Aveva tentato di uccidere l’uomo che sospettava essere l’amante della moglie; gli aveva sparato alcuni colpi di pistola dopo averlo affiancato con l’automobile per la strada, colpi che erano andati a vuoto. I fatti risalgono al 2008, l’episodio si era consumato ad Agrigento, in Sicilia.

Da allora l’uomo era ricercato; era fuggito per far perdere le proprie tracce e si era sistemato a Sassuolo dove aveva anche aperto un’attività.

I carabinieri lo hanno individuato e rintracciato e nella nottata di domenica lo hanno arrestato.

Si tratta di Calogero Sciangula, 39 anni, originario appunto della provincia di Agrigento. Deve scontare una condanna per tentato omicidio.

Sciangula era riuscito a raggiungere il nord Italia, poi aveva scelto la città di Sassuolo per avviare la sua attività e si era ricostruito una vita sottraendosi alla pena cui il tribunale lo aveva condannato.

L’attività investigativa dei carabinieri ha permesso però l’individuazione dell’uomo che è stato bloccato nei pressi della sua abitazione ed è stato portato al carcere di Sant’Anna a Modena.

I giudici della sezione penale del Tribunale di Agrigento nel 2010 lo avevano condannato appunto per l’episodio del 2008; Sciangula, all’epoca 35enne, era titolare di un laboratorio di pasticceria e riteneva che ci fosse un altro uomo nella vita della moglie. Pazzo di gelosia, aveva tentato di ucciderlo.

Era andato alla sbarra con l’accusa di tentato omicidio per avere appunto tentato di uccidere Gaetano Di Salvo, che lui riteneva essere l’amante della moglie. I fatti sono avvenuti a San Leone, nell’Agrigentino, nel dicembre del 2008. Sciangula aveva sparato alcuni colpi di arma da fuoco alla volta di Di Salvo dopo averlo affiancato con l’automobile. Colpi che fortunatamente andarono a vuoto.

Nel 2010, prima che arrivasse la sentenza per il tentato omcidio, Calogero Sciangula era stato rimesso in libertà dal tribunale, che aveva accolto le istanze dell’avvocato difensore Anna Americo. L’uomo era stato messo in precedenza agli arresti domiciliari.

Nel 2013 il sostituto procuratore di Agrigento aveva chiesto sempre per Sciangula il rinvio a giudizio per detenzione abusiva di armi e porto illegale di una pistola in luogo pubblico. Insieme a lui c’erano anche due testimoni accusati di avergli procurato un falso alibi.

Ora i carabinieri di Sassuolo lo hanno rintracciato e per l’uomo si sono aperte le porte del carcere. Dovrà scontare la condanna.