Tempio, allarme degrado e una casa d’appuntamenti
Confcommercio: «Non servono soluzioni tampone ma un ampio progetto Potenziare la videosorveglianza, aumentare i controlli anche alle attività»
Zona Tempio: i residenti insorgono contro l’assedio delle lucciole e del loro “indotto” fatto non solo di sfruttatori, ma anche di varia delinquenza che si occupa di furti e di spaccio, la Confcommercio raccoglie l’onda e la infrange sul palazzo di piazza Grande chiedendo «un piano di sicurezza che sradichi in modi definitivo il grande degrado dell’intera zona», la Municipale effettua blitz e controlli e scopre l’esistenza di una casa d’appuntamenti, con un maghrebino che gestiva due ungheresi e una rumena. Sembra quasi il suggello al fatto che quella fetta di città che va dalla stazione dei treni e allunga le propaggini sino ai Giardini ducali, necessiti di un controllo mirato: non per niente l’associazione chiede, tra l’altro, un potenziamento anche della videosorveglianza.
Ma veniamo all’appello lanciato dalla Confcommercio che per l’occasione ha anche lanciato un apposito indirizzo mail (sicurezza@confcommerciomodena.it) utilizzabile per segnalare ogni situazione sospetta o di degrado in città: «Bene la petizione promossa da commercianti e residenti della zona Tempio per denunciare con forza una situazione di progressivo e nuovo degrado, che si sta radicando nell'area. Ma per sradicare definitivamente i noti problemi che attanagliano l'area, serve un piano mirato di sicurezza urbana».
«Come sosteniamo da tempo - puntualizza l'Associazione - l'area, per come si è venuta a configurare a causa della sua contiguità a R-Nord e stazione dei treni, si presta ad essere terreno fertile per fenomeni delinquenziali come la prostituzione e lo spaccio di stupefacenti. A fronte di ciò non servono soluzioni-tampone, ma urge mettere in campo un progetto di sicurezza urbana, che abbracci vari ambiti e coinvolga una serie di soggetti ed enti. Va potenziato il sistema di videocamere - sottolinea Confcommercio - inoltre bisogna mettere in pista un sistema di incentivi, aggiuntivi a quelli della Camera di commercio, perché i commercianti si dotino di sistemi di videosorveglianza collegati con la questura». Ma il degrado è creato in loco anche dalla deregulation che caratterizza alcune attività. «È importante che ci sia una stretta sul rispetto delle regole da parte delle attività presenti in zona: chiediamo alle forze dell’ordine uno sforzo aggiuntivo nei controlli». Tornando alle lucciole e al loro carosello, dalla Municipale gli ultimi interventi in cifre, oltre alla scoperta della casa a luci rosse. «Controlli aumentati a partire dalle 17 per contrastare il fenomeno della presenza di prostitute già nel pomeriggio. Dal 27 giugno un servizio di pattugliamento a piedi in via Crispi e in Natale Bruni che, dal 15 luglio, si è esteso anche a via Piave e laterali. In 67 servizi controllate e identificate 74 persone e 148 veicoli, 44 violazioni. A metà luglio su segnalazione del proprietario, è stata effettuata un’irruzione che ha permesso di denunciare per occupazione di appartamento un magrebino e tre donne dedite alla prostituzione: due ungheresi e una rumena. Avviate specifiche attività di indagine relative allo sfruttamento della prostituzione». Sul degrado della zona anche Antonio Montanini (Cambia Modena) che chiede ironicamente al sindaco «come farà il presunto turista ad attraversare indenne il corridoio di degrado che porta dalla stazione al Mef?».
Stefano Totaro