Trande: «Il Pd non escluda gli iscritti»
Pubblico appello del capogruppo: «La selezione dei candidati sia fatta da tutti scegliendo da una rosa di oltre 8 candidati»
«Propongo ufficialmente al Partito Democratico di far selezionare i candidati al consiglio regionale agli iscritti, alla segreteria provinciuale e alla direzione. Questo è l’unico modo per valorizzare e dare un senso concreto alla militanza, al fatto di essere un iscritto al Pd».
Parole del capogruppo in consiglio comunale Paolo Trande che, raccogliendo il disagio e le perplessità che stanno emergendo dalla base del partito, ha deciso di rompere gli indugi e di far uscire allo scoperto la dirigenza sul tema della selezione della lista. Obiettivo bloccare rose di nomi calate dall’alto e scelte da gruppi (o “caminetti” ristretti) e far sì che tutti coloro «che ritengono di avere storia, competenze, idde e proposte possano essere valutati selezionati e scelti dal partito, inteso nella sua interezza». La proposta arriva appositamente oggi in occasione della segreteria provinciale convocata in serata ed è il frutto dell’analisi di come nel partito stanno avanzando le varie candidature. «Sul presidente saranno dunque primarie - commenta Trande - Bene, tuttavia non posso che evidenziare come rimane lo sconcerto di molti elettori del centrosinistra rispetto ad un confronto, sin qui, prevalentemente nominalistico. Insomma nessun candidato ha voluto o potuto dirci cosa pensa e cosa vuole dell'Europa, del Paese e della nostra Regione. Insomma, sento tanti che dicono "basta, non se ne può più, si voti"».
E ancor più perplesso si dice di frotne alla prospettiva di una selezione di candidature che non passi dal coinvolgimento degli iscritti «Se la dinamica fosse quella che appare oggi dai giornali, a fronte di un’assenza di discussione pubblica sui criteri di composizione della lista e l’assenza di possibilità di circoli e militanti di confrontarsi, c’è il rischio di comporre un quadro di candidature eccessivamente autoreferenziale». Ecco quindi che Trande ritiene sia d’obbligo far sì che siano gli iscritti al Pd a definire la composizione della lista modenese per l’assemblea. Non necessariamente attraverso le primarie. Se davvero non sarà possibile con le urne, più semolicemente si potrà procedere convocando le assemblee degli iscritti dei circoli chiedendo di scegliere nella rosa di candidati. Chiunque, degli aspiranti candidati, che pare sopravanzino gli 8 consentiti, potrà proporsi in maniera trasparente. Gli iscritti sceglieranno liberamente, col doppio voto di genere, evitando in questa maniera "riduzioni elitarie e chiuse"
Ea chi pone il tema della rappresentanza territoriale replica «che la modalità del voto degli iscritti nelle Assemblee delle entità territoriali ha già in se un meccanismo di equilibrio perché ogni iscritto/assemblea esprimerà candidati prevalentemente o esclusivamente "territoriali». E comunque se si vuole esser certi basta ripartire gli 8 posti della Lista in modo pesato tra nord/bassa, centro e sud/montagna. Faccio un esempio a titolo esemplificativo: le assemblee degli iscritti dell'area di Modena e cintura sceglieranno i loro 3 (o quelli che saranno) e lo stesso meccanismo per l'Area Nord e Sud sino al raggiungimento degli 8». Questa la proposta che questa sera sarà fatta in segreteria accompagnata da un monito «Credo non sfugga a nessuno che questo sarebbe anche un modo per valorizzare e dare un senso alla militanza, alla iscrizione al Pd in tempi in cui molti hanno vissuto negativamente il ricorso alle "primarie aperte sempre", anche per le cariche interne, in cui "il voto di uno non iscritto valeva quanto quello di un iscritto"» (a.m.)