Gazzetta di Modena

Modena

VERSO LE REGIONALI

Quando le primarie diventano scomode

di Andrea Marini
Quando le primarie diventano scomode

Scelta del candidato presidente e dei consiglieri, non è sicura la consultazione degli iscritti. C’è chi dice “I giochi sono fatti”

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«Siamo qui per parlare della Festa del Partito Democratico, non di primarie. Delle Regionali parleremo, ma dei contenuti...» Così Lucia Bursi tronca il discorso rispetto alla domanda sulla posizione del partito rispetto alla domanda di primarie anche per i consiglieri regionali che sta avanzando da una parte della base del partito. Men che meno vuol parlare di una sua possibile candidatura, mentre Enrico Campedelli - seduto al suo fianco alla presentazione della Festa - a sua volta di fatto già “candidato” dal territorio di Carpi, si limita ad un evangelico «Le vie del Signore sono infinite...»

Il tema primarie sì, primarie no, continua comunque a tenere banco in casa del Pd. Dove si fronteggiano due scuole di pensiero, quella (cara ai vertici del partito, e secondo qualcuno al gruppo ristretto del “caminetto”) che vuole affidare alla consultazione del partito, complice i tempi ristretti, l’ipotesi di una lista di nomi da candidare, veicolando il consenso su di essa. E chi, soprattutto nel mondo dei circoli, ritiene che le primarie debbano essere un passaggio obbligato. «Specie di fronte ad un quadro in cui è aperta una discussione su rinnovamento della compagine dei consiglieri, inserimento di volti nuovi e quantità di possibili consiglieri. - spiegano i sostenitori di questa teoria - E non ci vengano a dire che c’è poco tempo. L’ultima volta le primarie le abbiamo messe in piedi in una decina di giorni e sotto Natale...».

L’imbarazzo e il silenzio di Lucia Bursi è comunque comprensibile lei, di fatto, è pronta a candidarsi, ma la sua candidatura sta dividendo il partito. A parte il fatto che sarebbe il secondo segretario provinciale di fila che taglia l’angolo per lanciarsi in candidature di prestigio, c’è chi ritiene che essendo eletta da un congresso non può esimersi dalla responsabilità che si è assunta nei confronti del partito modenese. Significherebbe ripiombare in un vuoto di segreteria che aprirebbe nuovi movimenti interni tra le varie anime con il rischio di spaccature. E chi, invece, spera che via lei si apra una revisione delle segreterie che vada a toccar anche quella cittadina e quindi gli equilibri interni.

Ma la candidatura di Lucia Bursi potrebbe proprio rientrare in quella mediazione di componenti interne che cercherà di ovviare allo scontro tra rinnovamento completo o parziale e dei consiglieri uscenti con una classica mediazione fifty fifty per favorire il via libera alla consultazione tra i circoli, che dovrebbe sostituire le primarie sui consiglieri. Mediazione sulle quali sono già al lavoro, i cosiddetti componenti del fantomatico “caminetto”, che tanto fanno arrabbiare che ritiene che tutto ciò appartenga alla vecchia politica. Paolo Trande, capogruppo in consiglio, su Facebook ha scrito in modo molto eloquente: « Incontri di correnti e sub o sottosub correnti, veti, frapponimenti, amicizie, sodalizi, alleanze, finte, ammuine, meline, triangolazioni etc, insomma tutto il repertorio della "politique politicienne". Una modica quantità di "politique politicienne" è fisiologica e tollerabile, ma solo quella...... non se ne può più!».

E invece, tornando ai papabili, per la candidatura c’è chi dice che i giochi siano già fatti. Gli otto saranno: Luciano Vecchi, Palma Costi, Luciana Serri, Enrico Campedelli, Lucia Bursi, Stefano Bonaccini, Giuseppe Boschini e Giulia Pigoni. Con l’unica incognita Bonaccini che potrebbe rinunciare se Renzi gli affiderà un incarico a tempo pieno nel Pd nazionale.. Ma altri otto sono pronti a scendere in campo se, sulla scia della pressione dei circoli, si riuscirà a strappare la consultazione alle primarie anche per i consiglieri. Si tratta di Paolo Negro, Luca Sabattini, Benedetta Brighenti, Simona Arletti, Gulia Morini, Caterina Liotti, Antonino Marino, Paolo Trande , Stefano Rimini e - allo stato difficile - Francesca Maletti. Qualcosa di più se ne saprà , forse, ai primi di settembre quando è convocata la direzione.

Intanto anche a livello regionale il tema primarie sì o no, tiene banco. Le primarie di coalizione sono già convocate, quindi si faranno ma un sondaggio tenuto segreto dal Pd vedrebbe Roberto Manca, il sindaco di Imola, candidato con l’appoggio dei vertici Pd (a cominciare dal famoso patto -negato - a tre Renzi-Bersani Errani-) uscire perdente nel confronti con Stefano Bonaccini e Matteo Richetti. Forse per questo si lavora per una candidatura dall’alto extra-primarie?