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Ancora bigiotteria sequestrata ai cinesi

Ancora bigiotteria sequestrata ai cinesi

La Finanza mette i sigilli ad oltre 1600 articoli che non garantiscono la tutela del consumatore

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Non c’è più soltanto la maglieria o le attività di confezionamento a creare tensione sociale con i cinesi che vivono in città. Gli affari, infatti, si stanno estendendo anche a settori che fino a qualche anno fa erano ancora tipicamente italiani, come il commercio al dettaglio. Ma i bassi costi e gli affari hanno presto attirato clienti, incuranti delle eventuali normative di salute aggirate dai nuovi negozianti. A fare da scudo, o al meno a provarci, c’è la Guardia di Finanza, che nei giorni scorsi ha sequestrato oltre 1600 articoli di bigiotteria, nell’ambito di interventi ispettivi eseguiti nel settore del commercio al dettaglio e che ormai non si contano più per la frequenza con cui vengono portati.

Nella rete dei controlli è finito un imprenditore di origine cinese, con attività commerciale a Carpi, in cui sono stati rinvenuti e sequestrati 1628 articoli di bigiotteria (piercing, orecchini, ciondoli e anelli) privi delle indicazioni previste dal “Codice del Consumo”.

«La merce rinvenuta - spiegano le Fiamme Gialle - è stata sequestrata amministrativamente, in quanto risultata priva delle informazioni e delle avvertenze previste dal Codice del Consumo, poste a tutela del consumatore, con riferimento all’origine della merce, alle avvertenze per il corretto uso, alle generalità del produttore. Il negoziante, a cui è stata contestata una sanzione amministrativa da 516 euro a 25.823 euro, è stato segnalato alla Camera di Commercio di Modena che provvederà successivamente all’esatta definizione dell’ammontare della sanzione in base ai prezzi di listino della merce sequestrata».