Dalla videosorveglianza nessuna traccia dei ladri
Sempre più probabile un nulla di fatto dall’analisi delle immagini e dei tabulati Si rivaluta l’ipotesi della fuga dei ladri dalla porta secondaria. Gli informatori
Caso Guercino, la speranza è sempre l’ultima a morire ma a meno di clamorosi colpi di scena in pochi s’azzarderebbero a scommettere su un lieto fine, almeno in tempo breve. Anche perché agli investigatori pare vengano a mancare pure quegli “aiutini” che alle indagini fanno comunque sempre del bene, vale a dire un supporto fornito dalla tecnologia, una immagine, una impronta, un testimone occasionale. Pare infatti che ci siano ben poche probabilità che dal “giro” di osservazione di tutte le telecamere che guardano Modena notte e giorno si sia potuto isolare uno scatto “buono”, una immagine di uno stereotipato furgone di colore bianco, il più usato dai ladri quando devono allontanarsi dopo un furto. Come detto più volte, la zona della chiesa, ma complessivamente il “comparto” Canal Grande non è guardato a vista dal sistema di videosorveglianza dell’amministrazione comunale di cui si servono le forze dell’ordine. La chiesa di San Vincenzo è al buio, così come tribunale, procura e teatro, sino ad arrivare al Delfini dove ci sono le telecamere “acchiappatarghe”. Al buio anche il retro, dove c’è un altro ingresso del tribunale (l’ex cinema Metropol) e dove c’è la porta secondaria della Chiesa di san Vincenzo, accanto all’ex negozio di musica. Ora si sta valutando l’ipotesi che il “commando” di ladri professionisti, dopo essere rimasto chiuso all’interno della chiesa dopo la messa domenicale, sia uscito con la tela milionaria da quella porta secondaria e non dall’ingresso principale. Inoltre si stanno setacciando i tabulati, le migliaia di telefonate in centro storico effettuate quella domenica sera: un lavoro indubbiamente certosino. Investigatori al palo, dunque? Nessuno alza bandiera bianca. Ci sono gli 007 dell’arte, i carabinieri del nucleo tutela del patrimonio che sono specializzati nell’indagare in circostanze simili a quelle del “nostro” furto. Così, mentre a livello locale si deve terminare di svolgere i compiti “standard”, i militari stanno espandendo il loro raggio d’azione investigativo un po’ ovunque. Essendo specializzati nel ramo, avranno sicuramente i loro informativi, quei “qualcuno” che possono avere avuto qualche sentore, avvertito qualche rumors nel giro dei furti su commissione. E in questo ambito le soffiate sono fondamentali.
Stefano Totaro