Gazzetta di Modena

Modena

Tutti a pregare in moschea «Felici di poter ripartire»

di Andrea Gilioli
Tutti a pregare in moschea «Felici di poter ripartire»

Folla di fedeli ieri in occasione della riapertura dei locali di via Cavour «L’agibilità era già stata data ad aprile, ma non volevamo causare polemiche»

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Niente festeggiamenti ma comunque tanta gioia negli occhi dei fedeli musulmani di Sassuolo e dei paesi limitrofi che, ieri, hanno, dopo anni di battaglia, ripreso la preghiera all'interno del centro di cultura islamica di via Cavour. Nel mezzogiorno sono stati moltissimi gli uomini che si sono presentati nella sala, chiusa dal 2010, per ascoltare le parole dell'imam e dedicarsi alla preghiera. Il tutto si è svolto senza tensione e all'insegna della gioia, con saluti e abbracci tra i numerosi fedeli.

«Siamo felici – spiega Zahi Qazim, dell'associazione di cultura islamica di via Cavour - che la riapertura del centro di culto coincida con un venerdì, giorno per noi molto importante, e tra l'altro a poche ore dall'inizio del mese del Ramadan. Poter ritornare a pregare qui è per noi molto importante e ora, per il ramadan, avremo di nuovo un luogo dove incontrarci, dove pregare e dove svolgere le nostre funzioni religiose. Per noi non c' è mai stato un motivo politico relativamente alla questione moschea, vogliamo essere in regola con tutti e ora i documenti che ci consentono la riapertura lo dimostrano. I documenti per l' agibilità erano depositati dal mese di aprile, ma ci è stato chiesto un supplemento di documentazione e il termine dei 90 giorni per la pronuncia di agibilità è stato fatto ripartire da zero. Non volevamo essere strumentalizzati in campagna elettorale e non volevamo creare polemica, perciò abbiamo deciso di aspettare e oggi finalmente possiamo tornare a pregare al coperto».

Lo stabile di via Cavour, infatti, era stato dichiarato inagibile a causa di alcuni abusi edilizi, che avevano comportato la chiusura del centro culturale. Per anni la battaglia si era consumata tra l'associazione, che aveva fatto ricorso alla giustizia amministrativa, e il Comune. Le sentenze, di Tar (Tribunale amministrativo regionale), e Consiglio di Stato, avevano dato ragione all'allora amministrazione Luca Caselli: c'erano delle irregolarità edilizie che giustificavano la chiusura e una volta sanate le irregolarità, per riaprire, si dovevano ripresentare le documentazioni e ottenere l'agibilità.

Nel frattempo la vicenda aveva assunto toni politici, divenendo oggetto di proteste e di dibattito, specie nella recente campagna elettorale per il ballottaggio. Gli islamici, intanto, avevano trasferito la preghiera al parco Amico di Braida. Da oggi le funzioni si possono di nuovo svolgere nella sede del centro culturale, che ha previsto il frazionamento delle celebrazioni del venerdì in due turni, per evitare sovraffollamenti. La riapertura, di fatto legata alla regolarizzazione degli abusi, ha comunque suscitato alcune polemiche, specie sui social network, all'indirizzo del neo sindaco Claudio Pistoni.