Seta, manca un milione e ora mano alle tariffe
Approvato dai soci il bilancio gestionale che ha visto ritornare il segno positivo Il presidente Odorici: «Non può essere rimandata l’armonizzazione dei prezzi»
Approvato il bilancio di Seta che ieri mattina ha tenuto la propria assemblea dei soci convocata, appunto, per esaminare l’andamento gestionale dell’azienda. Il bilancio d’esercizio 2013, approvato all’unanimità, si è chiuso con un utile di 84.902 euro: un risultato positivo raggiunto con un anno di anticipo rispetto a quanto previsto dal Piano Industriale dell’azienda ed a fronte di una perdita di circa 3,5 milioni registrata nel 2012.
I dati principali. La produzione di servizi è rimasta invariata, attestandosi ad un totale di 29,4 milioni di chilometri, con un calo di appena lo 0,3% rispetto al totale 2012. Il valore della produzione (dato dal totale di ricavi delle vendite, proventi diversi e contributi da Agenzie ed Enti locali, al netto delle quote di contributi agli investimenti) è pari a 100,3 milioni di euro (+1,5%) mentre i costi (prima degli ammortamenti, delle svalutazioni e degli oneri finanziari e straordinari) si attestano a 96,8 milioni di euro. Il Mol (Margine operativo lordo) passa dai 2,8 milioni del 2012 a 3,6 milioni di euro, evidenziando un netto miglioramento della gestione caratteristica. I passeggeri trasportati sono stati complessivamente 51.151.837 (-3,9%). Va però precisato che i dati relativi alle convalide raccolte dai sistemi di bigliettazione automatica non sono ancora omogenei per i tre bacini provinciali, in quanto non è ancora generalizzato l’obbligo di convalida ad ogni salita in vettura. Il personale ammonta a 1.046 unità (di cui 927 tra autisti ed addetti alle officine); la flotta è costituita da 867 mezzi (di cui 28 alimentati ad energia elettrica, 54 a Gpl e 46 a metano) con un’età media di 12,5 anni. Le sanzioni emesse nel 2013 a carico dei viaggiatori non in regola sono state 62.750 (+36%), mentre il totale delle somme incassate (non direttamente riconducibile al numero di multe emesse) è stato di circa 900 mila euro, in aumento del 32,5%.
Il piano investimenti. Nel corso del 2013 sono stati realizzati investimenti per complessivi 10,5 milioni di euro, destinati all’acquisto di 25 nuovi mezzi, di tecnologie di bordo e di sistema (nuovi dispositivi di bigliettazione a bordo, telecamere e sistemi di videosorveglianza satellitare, 2 biglietterie automatizzate installate nelle autostazioni di Modena e Piacenza), attrezzature e sistemi informativi vari. Tra quest’ultimi, si ricorda l’applicazione per smartphone e tablet che consente di ricaricare gli abbonamenti e consultare orari e percorsi delle linee. Tra l’inizio del 2012 ed il primo semestre 2014 l’azienda ha immesso in servizio 61 nuovi veicoli, livello ampiamente superiore ai 50 mezzi previsti dal Piano Industriale. N. Gli investimenti sono proseguiti anche dopo la chiusura dell’esercizio: nel primo semestre 2014 sono stati immatricolati 33 nuovi autobus, ed altri 34 lo saranno entro l’estate. Infine, è stato completato presso la sede di Modena il nuovo impianto aziendale di distribuzione di gas metano, che servirà la crescente flotta a basso impatto ambientale in servizio nel capoluogo modenese.
Gestione nel primo semestre. La relazione del presidente Pietro Odorici – al quale dallo scorso 8 maggio il Consiglio di Amministrazione ha conferito anche la funzione di amministratore delegato - si è conclusa con una considerazione sui prossimi sviluppi gestionali: «Dopo aver chiuso il 2013 con un risultato superiore alle aspettative, l’esercizio 2014 si presenta purtroppo denso di incognite. Rispetto al budget previsto, infatti, Seta dovrà reperire circa 1 milione di euro in più a causa della mancata indicizzazione delle risorse regionali per il finanziamento dei servizi minimi. In questo quadro di enorme incertezza si aggiunge unpreoccupante calo delle entrate tariffarie che stiamo registrando nei primi mesi del 2014, che rende oltremodo difficile mantenere l’equilibrio economico raggiunto. Non può più essere rimandata, quindi, l’armonizzazione tariffaria prevista fin dal 2012 nel Piano Industriale, che a tutt’oggi non è stata ancora completamente realizzata con conseguente penalizzazione degli incassi».