Gazzetta di Modena

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Crollo al cantiere Gambro Indagini sui prefabbricati

Medolla. Nell’area sequestrata verifiche su colonne e travi che hanno ceduto L’ultimo operaio è stato dimesso. Perboni (Cisl): «È stato un incidente anomalo»

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MEDOLLA. Quella che inizialmente era stata dipinta come una tragedia ha avuto il suo, primo lieto fine: i tre operai feriti nel cedimento di una porzione di soffitto alla Gambro sono tutti tornati a casa. Due lo avevano già fatto poche ore dopo i controlli in ospedale a Baggiovara, l’altro, Spartaco A. è stato dimesso ieri, dopo una notte passata in osservazione al Maggiore di Bologna. Il 46enne ha così potuto rientrare in famiglia dove lo attendeva anche il figlio, coinvolto con lui nella caduta da circa cinque metri d’altezza.

La palazzina in fase di costruzione, che dovrà ospitare gli uffici dirigenziali e amministrativi, resta sotto sequestro dopo i sigilli apposti dalla magistratura già giovedì pomeriggio. I vigili del fuoco hanno effettuato tutti gli accertamenti del caso, ma sarà necessario un surplus di indagini tecniche per capire cosa sia effettivamente accaduto e soprattutto quali siano le reali cause del crollo. Ci sono due ipotesi sul piatto, che attendono di essere suffragate dai riscontri. La prima riguarda un errore di calcolo nel posizionamento delle travi su cui i tre operai stavano effettuando la gettata di cemento. Semplificando: le colonne non erano in grado di sorreggere il peso aggiuntivo del cemento e hanno collassato su se stesse, trascinandosi dietro gli addetti della T.R. Costruzioni di San Giovanni in Persiceto. La seconda tesi, invece, riguarda il posizionamento dei tubi innocenti aggiuntivi, montati sotto il soffitto e che avrebbero dovuto mantenere in sicurezza il primo piano. Un errore di montaggio di qualche piastra avrebbe provocato il cedimento e il crollo di parte della struttura sovrastante.

Verranno incaricati alcuni periti per sviscerare l’accaduto anche perché in gioco c’è un cantiere milionario, affidato alla Cec di Modena e poi subaffittato per alcuni interventi alla T.R. Costruzioni.

Ma qualche risposta andrà chiesta anche alla Peri di Basiano, il colosso che ha fornito la Cassaforma a telaio per solai. Il modello Skydeck, utilizzato alla Gambro, abbatte il costo della manodopera e permette il disarmo della cassaforma già dopo un giorno dal getto del calcestruzzo.

«Ho avuto la sensazione di un incidente anomalo - spiega Remo Perboni, responsabile edile della Cisl, arrivato sul posto giovedì - Non so se ci sia stato un problema di progettazione o nei sostegni, ma quanto avvenuto rilancia la necessità di uno stringente controllo nei cantieri del terremoto. Ne partiranno molti in estate e la sicurezza è una priorità anche se va detto che l’intervento alla Gambro è fatto da una filiera corta: la Cec e la T.R., due aziende conosciute per il loro modo di lavorare». (f.d.)