Sfondano la vetrata e rubano la cassa Cup davanti agli operatori
Finale. La banda entra dal cantiere e saccheggia 5mila euro I sanitari assistono al colpo nell’ospedale senza protezioni
FINALE. Un boato tremendo: sembra il terremoto, ma invece è una banda che a picconate abbatte la vetrata dell’ospedale, entra nella sala del Cup, carica di peso la macchinetta per il pagamento del ticket automatico e fugge nel buio a bordo di un furgone telonato, che sarà ritrovato soltanto ieri mattina nelle campagne di Scortichino. È da poco passata l’una di notte di lunedì quando i cinque operatori che lavorano al primo piano della Casa della Salute - due addetti dell’ambulanza, la guardia medica, un infermiere e il medico del posto di primo intervento - sentono i violenti rumori. Dopo lo choc iniziale scelgono di recarsi al piano terra e dall’oblò della porta tagliafuoco che separa la zona del Cup dalle scale che portano ai piani superiori assistono alla scena: una banda di 5-6 persone, armate di piccone, si accaniscono contro la cassa automatica, la spostano di forza e la caricano su un furgone, posteggiato nell’area di cantiere dell’ala vecchia dell’ospedale.
L’allarme intanto suona senza sosta mentre i sanitari contattano i carabinieri. Sul posto interviene una pattuglia dei militari insieme alla vigilanza privata, ma dei banditi ormai non c’è più traccia. In compenso resta lo squarcio nella vetrata da cui il gruppo d’azione è entrato senza particolari remore. Sapevano come operare, avevano studiato nel dettaglio il colpo e avevano anche coscienza che la cassa non fosse ancorata al muro. Non si esclude avessero effettuato diversi sopralluoghi preventivi.
I ladri non vogliono neppure correre troppi rischi ed infatti abbandonano rapidamente sia il furgone che la macchinetta: verranno ritrovati in mattinata nelle campagne, ma dei 5mila euro in contanti, custoditi nel distributore, non vi è più traccia.
Ma il colpo rilancia il tema dell’insicurezza della struttura di piazza Gramsci. Quando cala la sera, la sala del Cup viene chiusa a chiave ed inserito l’allarme, ma il resto dell’ospedale rimane alla mercé dei passanti. Più volte sono state segnalate persone sorprese a bivaccare nel reparto di radiologia quando ormai il servizio è concluso da ore, oppure di gente scoperta alle macchinette di servizio a bersi un caffé notturno senza alcun motivo. Ma ciò che più preoccupa sono proprio gli operatori del 118 e del posto di primo intervento: sono gli unici “custodi” notturni della Casa della Salute e il timore che prima o poi possano diventare facili bersagli di qualche sbandato non è così improbabile. Perché la sicurezza resta ancora lontana dal venire, mancando le telecamere e un sistema di vigilanza che altrove è ormai realtà.
Ha collaborato
Manuele Palazzi