Buche, vandalismi e rovi: lavori sul percorso natura
Via libera all’intervento di manutenzione da parte di tutti i Comuni sul tracciato Legambiente: «Servono più controlli contro gli abusi di fuoristrada e moto»
«Siamo felici di questa delibera per la manutenzione del percorso ciclo-pedonale sul Secchia, ma pensiamo che l’area andrebbe maggiormente controllata e tutelata».
All’indomani dell’ok della Giunta allo stanziamento della quota necessaria per le opere di sistemazione annuale del Percorso Natura sull’argine del fiume che lambisce San Martino, arrivano i primi commenti degli ambientalisti, in particolare di Mario Poltronieri, presidente di Legambiente e presidente della Consulta municipale di settore. Ma vediamo prima i dettagli della delibera. Si tratta, come abbiamo detto, della proroga al 2014 della manutenzione e della vigilanza della pista che parte da Prignano e che arriva fino oltre Novi, sul confine con la Provincia di Mantova. La somma complessiva necessaria per i lavori è di oltre 50mila euro, ripartiti pro quota per ogni Comune su cui passa la pista. Il nostro territorio è interessato per una quota di spesa pari al 9,5 per cento, pari a 5mila 320 euro. Il 40% è a carico della Provincia. Gli altro Comuni che contribuiscono alla spesa sono: Prignano, Sassuolo, Formigine, Modena, Soliera, Novi. «L’amministrazione municipale - spiega la Giunta - ritiene necessario continuare ad assicurare, in modo unitario e omogeneo, la manutenzione ordinaria e straordinaria e la vigilanza del Percorso Natura del fiume Secchia, che in questi anni ha visto il mantenimento di un buon livello di fruizione sia da parte di ciclisti che di pedoni».
In effetti, anche se nessuno pare disporre di dati e statistiche, basta frequentare la pista in una giornata primaverile per rendersi conto di quanto alto sia il gradimento del percorso natura. Intere famiglie, a piedi e in bicicletta, passano mattina e pomeriggio sull’argine, dove la natura è molto rigogliosa. A volte fin troppo visto che in certi punti arriva quasi a coprire il percorso. Ed è appunto per questo che è necessario spendere al fine di sfalciare con cura tutto il tratto percorribile nel territorio. Poi ci sono le buche da chiudere (nei pressi di Rovereto la sommità dell’argine è asfaltata), e da sistemare la segnaletica e i dossi dissuasori, ovvero tutti gli artefatti che dovrebbero impedire ai mezzi a motore di entrare nel percorso ciclo-pedonale. Ed è su questo aspetto che interviene con maggiore insistenza Mario Poltronieri di Legambiente. «Lo sanno tutti che certi motociclisti e alcuni titolari di “gipponi” - spiega l’ambientalista - non si fermano davanti ai cartelli “vietato l’accesso”. Così troviamo “blocca ingresso” spostati, sbarre piegate... Capita a volte di trovarsi nel mezzo di una pedalata e incontrare un Suv che arriva in senso contrario. Servono più controlli».