Il progetto produttivo di Ert per “interrogare il sociale”
Presentato sul palco dell’Arena del Sole, il programma della stagione 2014-2015 e del prossimo triennio. Allestimenti riguardanti autori viventi italiani e stranieri
BOLOGNA. «Il nostro sarà un teatro di produzione che interroga la società attraverso il coinvolgimento delle persone, della politica, del sociale. Con il suo nomadismo si vuole anche porre come spazio necessario di incontro, dibattito e confronto»: in poche parole del direttore di Emilia Romagna Teatro Fondazione, Pietro Valenti, si riassume il senso del progetto produttivo di Ert presentato ieri mattina a Bologna, sul palco dell'Arena del Sole. Con gli interventi di Daniele Gualdi, presidente di Ert, Massimo Mezzetti, assessore regionale alla Cultura, Roberto Alperoli, assessore alla Cultura di Modena e Alberto Ronchi, suo collega bolognese, Valenti si è infatti prodotto in una dettagliata illustrazione degli obiettivi e dei contenuti di un'attività produttiva che conferma come l'istituzione teatrale da lui diretta sia una realtà di livello internazionale, peraltro sempre attenta e fortemente presente nel tessuto sociale cui, in definitiva, appartiene. Il confronto con la contemporaneità è il primo degli obiettivi che Ert si è posto, come ha tenuto a sottolineare in apertura Gualdi, che ha anche rimarcato come verranno coinvolte tutte le sedi produttive della Fondazione, Modena, Bologna e Cesena. Valenti ha poi specificato che nel prossimo triennio gli allestimenti riguarderanno testi di autori viventi, pressoché sempre in regime di coproduzione, sia con partner italiani che stranieri, questi ultimi per lo più acquisiti nell'ambito del progetto Prospero. Ma fondamentale sarà pure la valorizzazione delle esperienze importanti del territorio, come il progetto “Arte e salute”, che riporterà Nanni Garella a lavorare con un gruppo di pazienti psichiatrici, come la collaborazione col ravennate Teatro delle Albe o con due artisti che in Emilia hanno sostanzialmente costruito la propria carriera, Enzo Vetrano e Stefano Randisi, che lavoreranno, in una coproduzione col Teatro Biondo, su un testo di Sciascia in passato vittima di una sorta di censura politica. Grandi prospettive potrebbero aprirsi con l'avvio di un rapporto con il Teatro Comunale di Bologna, sia in funzione creativa che per raggiungere un pubblico storicamente differente, mentre saranno confermate le collaborazioni con Andrea De Rosa, Claudio Longhi, Marco Plini e, ovviamente, Marco Latella, il regista che Ert ha individuato come proposta italiana per il progetto Prospero, che chiuderà questo triennio con Ert dirigendo uno spettacolo che Federico Bellini ha tratto da “Veronika Voss” di R.W. Fassbinder e che vedrà la partecipazione di una entusiasta Isabella Ferrari. Se Ronchi, poi, ha voluto sottolineare che superando anacronistiche divisioni campaniliste la cultura a Bologna avrà solo da guadagnare dall'inserimento dell'Arena del Sole nel circuito di Ert e dall'apertura alle molteplici situazioni che ciò comporterà, Alperoli si è proprio soffermato su quanto fatto fin qui da Ert e sulla percezione altamente positiva della sua attività sul territorio documentata da una recentissima ricerca svolta a Modena. Assieme alla biblioteca Delfini, il teatro Storchi è in testa nell'immaginario modenese quale luogo capace di coniugare scena culturale e sociale, di entrare nella vita pubblica, con progetti come “Il ratto d'Europa”, ad esempio, conseguendo addirittura il risultato sorprendente, per questo periodo, di aver visto aumentare il numero degli spettatori teatrali. L'assessore Mezzetti, infine, ha voluto confrontare l'irrisolvibile situazione del Teatro Valle, a Roma, con quello che è successo a Bologna con l'Arena del Sole, rapidamente trasformata, con l'ingresso di Ert, da enorme problema in eccezionale occasione di crescita per il territorio. D'altronde, il valore sociale del teatro è stato recentemente confermato anche nella tragica occasione del terremoto, grazie soprattutto al fatto che Ert, proponendosi, sono ancora parole di Valenti, «come teatro di produzione che sappia indicare una via originale di creazione», ritiene sempre e comunque «imprescindibile rafforzare la sua identità sul territorio e affermare con sempre più forza il suo ruolo di teatro pubblico». Nel senso di sentirsi al servizio del cittadino, e non semplicemente a spese di quest'ultimo.