Mef, il “caso Zini” imbarazza la politica
Si parla di una superliquidazione per il manager Adriana Zini, da pochi giorni ex segretario generale della Fondazione casa natale Enzo Ferrari, in linea con il contratto di lavoro a tempo...
Si parla di una superliquidazione per il manager Adriana Zini, da pochi giorni ex segretario generale della Fondazione casa natale Enzo Ferrari, in linea con il contratto di lavoro a tempo indeterminato e relativi benefit svolto dal 2010 per il Mef di via Paolo Ferrari. Dopo tre mesi di trattative il presidente della Fondazione Mara Bernardini ha risolto il contratto della Zini, operazione non semplice se si tiene conto che la Zini è parte del progetto fin dall'inizio. In mezzo c'è stato di tutto per il museo che ha aperto i battenti il 10 marzo 2012: a fianco dell'orgoglio di avere questo museo ci sono molti nodi al pettine che non sembra siano risolti. Della gestione si occupa da dicembre scorso la Ferrari Spa: il museo è stato rivoluzionato anche nella concezione per il quale era nato e sotto i nuovi “padroni” è aperto dal 18 febbraio. A quanto pare i numeri delle visite sono in crescita, ma nei giorni scorsi il presidente Bernardini ha ammesso che ancora non sono stati chiesti al gestore. Troppo presto la motivazione. Ma il punto è il ruolo attuale della Fondazione, con qualcuno tra i soci che inizia a fare serpeggiare nervosismo sulla gestione della situazione. Il succo del pensiero di alcuni soci è questo: «Gli stipendi dei dirigenti, anche qui andrebbero messo on line e la fondazione deve azzerare il personale, visto che ormai non ha una funzione se non la gestione del mutuo e del patrimonio che non prevede attività particolari». Il bilancio 2012 sul sito web cita 132mila euro alla voce “tfr personale” per i tre dipendenti, ma non si citano i pagamenti al segretario generale. Un ruolo ricoperto, part time e con ben altro inquadramento contrattuale dal funzionario della Provincia Paola Bonfreschi. E' il sindaco Pighi, a detta di tutti, il grande “sponsor” dell'intera operazione Mef. Il primo cittadino ha seguito da vicino tutte le fasi del progetto, con il restauro della casa natale. Compresa la Zini dunque, alla quale furono affiancate tre dipendenti e altrettante collaboratrici. Oggi il sindaco, dopo avere deciso tre mesi fa di raccontare con molta evidenza e comprensibile soddisfazione il suo ruolo nella prestigiosa nuova gestione affidata alla Ferrari Spa, non “invade” campi altrui. Pighi si limita a dire che «Di tutto, compreso il contratto della Zini, si occupa il presidente Bernardini, del resto è mutuato il ruolo della fondazione». Silenzio anche in Fondazione, unico annuncio l’arrivo di un comunicato stampa. Che si immagina “ricco” di informazioni, visto che siamo davanti a un progetto costato 18 milioni di denari pubblici.
Stefano Luppi