Complanare di Modena, il mistero dei tre tracciati
Studiate ipotesi alternative ma passano tutte sugli stessi punti violando i vincoli di Villa Lonardi e creando problemi
MODENA. Non solo la violazione dell’area di villa Lonardi-San Donnino sottoposta a vincoli e tutela da parte della Soprintendenza: sul percorso della complanare che dalla tangenziale di Modena condurrà al casello di Modena sud, esiste anche il “mistero dei tre tracciati”. Ovvero le ipotesi che si sono fatte prima di scegliere il percorso da presentare allo screening della Provincia sono state tutte ideate con la strada che passa sostanzialmente sullo stesso tracciato. Senza ipotizzare vere alternative. Unica variante: il fatto di passare in sopraelevata, sottoterra o a raso.
Come mai? Questo è il volere del Comune di Modena che non ha pensato di ipotizzare altri tracciati, che magari avrebbero evitato lo “sfregio” a Villa Lonardi-S. Donnino, sottoposta a tutela.
I TRE TRACCIATI. La prima ipotesi, quella scelta, è il percorso che prevede il passaggio della complanare non solo davanti al vialone di accesso di Villa Lonardi, spezzando in due via Medicina, ma invadendo l’area sottoposta a vincolo dalla Soprintendenza. La villa viene “tutelata” con l’innalzamento di un muro di pannelli fonoassorbenti a schermare la complanare, solo dalla parte opposta, e che vanno ad impattare con il paesaggio e la conformazione unitaria del complesso storico. Ma rispetto alle due alternative questo viene fatto apparire come l’unica soluzione praticabile.
SECONDO TRACCIATO. Il secondo tracciato, prevedeva - ad esempio - un passaggio interrato per tutelare Villa Lonardi, da realizzare con un tunnel lungo circa 400 metri, che l’allora assessore Daniele Sitta propose a dimostrazione del fatto - disse - che «il Comune ha a cuore la tutela del patrimonio storico ambientale, la sicurezza e la salute dei modenesi». Peccato che in merito la stessa Società Autostrade, che dovrà realizzare la complanare, abbia bocciato questo secondo tracciato perché avrebbe messo in crisi il reticolo idrografico minore del torrente Nizzola, segnalato dal Comune di Castelnuovo. Questo avrebbe potuto comportare un allagamento della trincea e della galleria con rischio per gli utenti. Il progetto sebbene bocciato a suo tempo è stato ugualmente inserito tra le tre ipotesi di tracciato di confronto tra le quali scegliere.
TERZO TRACCIATO. E veniamo alla terza ipotesi, quella che avrebbe “portato in alto” le auto in transito: la versione sopra elevata, un terrapieno che avrebbe alzato la complanare di 7 metri con un elevato impatto paesaggistico sia per altimetria che per occupazione di suolo per una larghezza complessiva di oltre 25 metri. In questo caso davanti a Villa Lonardi farebbe la sua comparsa almeno un muro di spinta in cemento armato che sostiene la complanare per un’altezza complessiva di oltre 10 metri, ai 7 della struttura vanno aggiunti i 3 dei pannelli fonoassorbenti. La stessa società che ha progettato il tutto in sede di relazione paesaggistica ammette che l’ipotesi sarebbe stata difficilmente proponibile al via libera della Soprintendenza. Insomma di tre ipotesi, tutte sullo stesso tratto di territorio una sola è percorribile, quella a raso scelta per essere sottoposta allo screening dalla Provincia.
CHE INTRIGO. «È una vicenda intricata e piena di punti interrogativi» commenta l’ingegner Gaetano Galli, ambientalista che da anni studia tutti i documenti e segue le vicende con i tentativi di “violazione” della tutela del patrimonio culturale rappresentato da Villa Lonardi. «Sono tante le considerazioni da fare- prosegue - Sul fronte del progetto interrato sorprendono l’arroganza, il pressapochismo e la sufficienza degli uffici comunali preposti che nel redigere il progetto interrato non hanno minimamente considerato le controindicazioni idrografiche e i pericoli evidenziati poi dalla Società Autostrade. Quindi grandi costi di progettazione sostenuti e buttati in un cestino. Inoltre è un’offesa all’intelligenza dei modenesi ritornare ad affiancare su una tavola comparativa tra tre ipotesi questa soluzione di progetto che già era stata bocciata anni prima. Ancor di più stupisce il fatto di arrivare anche solo a pensare di far passare una sopraelevata davanti all’ingresso e al terreno e al viale tutelato di Villa Lonardi ».
LE ALTERNATIVE? Viene spontaneo chiedersi: come mai non siano state previsti altri percorsi? Ad esempio passando più a sud e salvaguardando Villa Lonardi? «Bella domanda. Non sta a me pronunciarmi in merito, anche se osservando la cartina le altre ipotesi sarebbero palesi. Dico solo che il Comune, a suo tempo, spiegò di aver preso in considerazione percorsi alternativi. In seguito, però, una interrogazione dell’allora consigliere Baldo Flori di Modena a Colori fece emergere un aspetto singolare: non c’era traccia di documentazione su alternative di percorso...». Come mai? «Non è dato a sapersi: di certo quando si progettano delle arterie - prosegue Galli - occorrerebbe permettere al progettista di valutare e disegnare più tracciati e percorsi liberamente. Valutando poi a lavoro ultimato quale siano l’impatto e la fattibilità. Ad esempio in questo caso, a proposito di impatto, non si è nemmeno tenuto conto che anche sulla conformazione storica di via Medicina esistono vincoli (articolo 22.2 delle norme tecniche di attuazione)che tutelano la viabilità storica impediscono la soppressione o il pregiudizio di eventuali elementi di arredo e pertinenze di pregio presenti. Come invece si finirà con il fare. Elementi che sicuramente saranno materia di osservazioni per residenti e commercianti».
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