Precipitò allo stadio, morto dopo 10 anni
Savignano. Commosso addio a Adriano Venturi, tifoso del Modena, caduto nel fossato di Bologna durante un derby
SAVIGNANO. “La morte è uguale per tutti”, recitava uno striscione esposto in tutte le curve italiane nel 1993 per una drammatica vicenda di Bergamo. Ma ci sono morti e morti, quella di Adriano Venturi è di quelle strazianti. Ha lottato Adriano. Ha lottato per dieci lunghi anni contro i danni fisici irreversibili provocati da una caduta nel fossato dello stadio Dall’Ara. Ha lottato con al fianco la sua famiglia e i suoi amici. Ha lottato pensando al suo Modena, la squadra per cui tifava e che lo ho trascinato in una lunga, lenta, invincibile agonia. E dopo dieci anni di battaglia Adriano, 40 anni, ha alzato bandiera bianca, si è inchinato di fronte agli stenti di una vita che, forse, non era più vita.
Ieri pomeriggio nella chiesa di Savignano erano in circa 150 a dargli l’ultimo, commosso saluto. Tanti amici, diversi esponenti della curva Montagnani, ragazzi di Curva Sud, ma anche delle Brigate Gialloblù. Ragazzi che solo con il tempo hanno capito il dramma che la famiglia Venturi era stata chiamata a sopportare.
Era il 1 dicembre 2002. A Bologna stava per andare in scena un derby che mancava da tanto tempo. Una sfida di quelle imperdibili tanto che i tifosi modenesi arrivarono sotto le Due Torri in 12mila riempiendo tutta la curva San Luca. Mai vista un’invasione di quelle proporzioni. Manca meno di mezz’ora all’inizio della gara quando Adriano, in quel momento a cavalcioni sul parapetto, perde l’equilibrio e cade nel profondo fossato che separa la pista d’atletica dalle gradinate. Vicino a lui c’è il fratello. È il primo a chiedere aiuto. Ma scendere tra le due pareti di cemento armato è impresa complicata. Quando Venturi arriva in ospedale le sue condizioni sono disperate. Viene operato. Uscirà dal coma, ma quel Bologna-Modena segnerà la sua vita come quella di tutti coloro che gli volevano bene.
Fino a quando il Modena, alias la Longobarda, continua a “comandare” nello spogliatoio canarino le iniziative per raccogliere fondi per Adriano si presentano puntuali. Poi, come sempre, il tempo cancella le ferite e in molti dimenticano il tifoso. Non lo faranno, invece, i supporter più appassionati del Modena. Diversi striscioni si susseguono sugli spalti. Un omaggio sentito ad un ragazzo sfortunato. Un omaggio a cui ieri non si è sottratto neppure il Modena che ha inviato l’addetto stampa Francesco Prandini e il segretario Stefano Casolari per testimoniare la propria vicinanza alla famiglia. Hanno deposto un gagliardetto sul feretro e lì è rimasto fino all’arrivo al cimitero. Adesso purtroppo si può dire: Adriano è morto per il Modena e quei colori gialloblù, che ne hanno segnato la spensierata vita prima e la drammatica battaglia poi, resteranno con lui in eterno.
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