Addio a Giuliano Giovetti maestro nel calcio e nell’arte
Classe 1927, una prima carriera da centravanti nel Modena e nel Torino Poi quella di disegnatore per i grandi giornali sportivi, le riviste e i fumetti
Se n’è andato un uomo dal tratto gentile e di classe, nel calcio come nell’arte. Dopo una malattia, è morto ieri mattina a Milano, dove viveva, Giuliano Giovetti. Lascia la moglie e tre figli. Le esequie, al momento in cui scriviamo non sono ancora noti giorno e ora, si terranno nel capoluogo lombardo. Nato a Spilamberto il 17 gennaio 1927, la sua passione per il calcio lo aveva portato nelle giovanili del Modena, trampolino di lancio di una bella carriera, che ricordiamo qui di lato. Carriera abbandonata però a soli 28 anni, anche per il richiamo fortissimo di un’altra passione, il disegno. Pur non avendo frequentato scuole ad hoc (aveva studiato ragioneria), il talento innato, proprio come nel calcio, sbocciò immediatamente. La Ghirlandina e il Marc’Aurelio, giornali satirico-umoristici, furono tra i primi a ospitare i suoi disegni, le vignette che ne rivelavano appunto una mano dal tratto felicissimo e originale. Giovetti non disdegnava nemmeno la pittura, ma la sua strada pareva segnata ed era quella dell’illustrazione. In questa veste, l’ex centravanti del Modena, stabilitosi a Milano, fin dal 1957 cominciò a lavorare per le maggiori case editrici, Rizzoli e Mondadori. Affermatosi ormai come uno dei disegnatori più bravi nel panorama nazionale, Giovetti dispiegò un’attività sempre più multiforme. Tanto da attirare su di sè anche le attenzioni della Disney, per la quale alla fine degli Anni Sessanta disegnò molti episodi della serie di Zorro. Una decina d’anni durò la sua feconda collaborazione con la rivista “Novella”, che prima di diventare il tempio del gossip (anche se ancora non si usava questo termine) con il nome “Novella 2000”, ospitava firme importantissime della narrativa rosa, quali quelle della Gasparini e di Liala. E le illustrazioni delle novelle di queste scrittrici erano in gran parte proprio di Giuliano Giovetti. Che collaborò pure a un’altra tra le riviste più amate dall’altra metà del cielo, ovvero “Amica”, dividendosi tra queste e le pubblicazioni di “Lanciostory”, che negli Anni Settanta andavano per la maggiore. Nel campo dei fumetti, iniziò la serie “Bob Kent” su “Il Giornalino” e per la rivista di fumetti Skorpio disegnò le avventure del personaggio Lime Face, cioè Faccia di calce, una serie molto bella per la qualità grafica, ma di non grande successo per la costruzione della storia. Come ricorda il fratello Glauco, pure lui ex calciatore (giovanili gialloblù, Carpi, Arezzo e Ternana) e disegnatore, soprattutto alla storica Paul Film. Le due passioni di Giuliano, calcio e disegno, trovarono la loro sintesi negli schizzi che disegnò prima per il Guerin Sportivo e per il “Giornalino”, poi, dal 1978 per la Gazzetta dello Sport: erano suoi i disegni delle azioni dei gol e delle moviole ante litteram sulla rosea. Dopo qualche contrasto con il direttore Cannavò, passò a Tuttosport, per tornare poi alla Gazzetta. Giornalista anche di Famiglia Cristiana, ha redatto insieme con Bruno Pizzul il libro “Il manuale del Calcio moderno: dal giovane al campione” e “Il gioco del calcio a fumetti”. Era socio anche della società “Vivai Giovetti”, tra le più attive nella risistemazione del verde pubblico e privato a L’Aquila.