Chiesa nella tenda e banca nel container Prove di normalità
San Felice. L’emergenza resta ancora al massimo livello Sono salite a 2800 le richieste di verifica statica degli edifici
SAN FELICE. Una tenda che farà da chiesa e una banca in container. Da ieri Piazza d’Italia, a San Felice, prova a restituire ulteriori servizi e la dignità ad un paese che ancora è alle prese con la massima emergenza.
Sono infatti salite a 2.800 le richieste di verifica statica degli edifici. Per l’esattezza 2413 abitazioni e circa 400 per capannoni, ditte ed esercizi commerciali.
In tutte queste verifiche dovrà essere stilata la complessa scheda Aedes: un lavoro lungo e delicato, che le squadre dei tecnici abilitati venuti un po’ da tutta Italia stanno cercando di smaltire.
Ma nell’aria c’è impazienza: nei pochi bar aperti alla sera la gente discute animatamente e gli imprenditori reclamano la voglia di poter partire. Nelle tendopoli il caldo si fa sentire e - nonostante l’organizzazione - l’insofferenza per una situazione che si annuncia lunga e complessa comincia a manifestarsi. Attualmente restano infatti 1500 gli ospiti ufficiali dei campi della protezione civile. Ma ovunque si notano campi “autogestiti e autofinanziati”, come quello sorto nell’unico lotto non ancora cementificato del quartiere di via Milano: “Accampamento privato autogestito e autofinanziato del condominio Sole”, recita il cartello all’ingresso.
Molti di quelli che dormono in tenda o nelle auto, poi, si rivolgono al campo delle scuole medie, quello gestito dal Comune, per avere un pasto caldo. Tanto per dare un’idea, ieri a fronte di 186 ospiti sono stati erogati 1200 pasti.
A tenere in piedi una situazione così complessa ci sono però l’orgoglio e l’autonomia dei sanfeliciani. Sanfeliciani che stanno riscoprendo il volontariato e l’altruismo.
«Fin dall’alba del 20 maggio stiamo lavorando 24 ore su 24, tutti i soci attivi», spiegano nella sede della Croce Blu il presidente Franco Ballistreri e il suo vice Francesco Cantiello.
La Croce Blu infatti sta impegnando ogni sforzo: due le ambulanze sempre operative nella sede di San Felice e una a Medolla.
A dare man forte alla Croce Blu locale sono arrivati da Sestri Ponente i volontari della Croce Verde di Sestri Ponente: «Facciamo parte della grande famiglia dell’Annpas e abbiamo condiviso l’esperienza a L’Aquila - spiega il presidente Ballistreri - Aggiungo che la Croce Verde ha esperienze anche in Kosovo e Bosnia».
La Croce Blu di San Felice Medolla e Massa conta su 220 soci, di cui 80 attivi. «Si sono dedicati prima agli altri che a se stessi - dice il presidente v- a cominciare da Cantiello, che ha perso casa ed ufficio eppure è sempre qui con noi».
La Croce Blu si è occupata delle tante emergenza dopo i terremoti e del trasloco degli anziani dalla resa e dal campo delle scuole medie alle strutture protette del modenese, del bolognese e del reggiano, fino a Ramiseto. Poi tanti soccorsi nelle aree di periferia, a consegnare cibo e generi di prima necessità.
«Debbo ringraziare la Croce Blu di Soliera - prosegue il presidente - che ci ha fornito la cucina e l’infermeria. Ora abbiamo deliberato anche l’acquisto di due container da affiancare alle tende, poichè la nostra storica sede di via Garibaldi è stata dichiarata inagibile».
«Nei contanier ospiteremo la centrale locale del 118, gli uffici, l’infermeria», spiega Victor Matraguna, responsabile della logistica.
La Croce Blu continua a ricevere donazioni e aiuti, così come il Comune, che ha finalmente approntato un magazzino adeguato presso la ex del Monte. Resta il dramma del centro, che i vigili del fuoco e i residenti accompagnati in zona rossa definiscono in termini avvilenti. Per ora quindi non si parla di restringere l’area vietata. Ma già oggi potrebbero arrivare da Trento una trentina di vigili del fuoco esperti “puntellatori”: tenteranno di mettere in sicurezza l’intero centro storico, per far riaprire chi può ripartire.