Appello al Papa per il mirandolese Malavasi detenuto a Cuba
Il 45enne è in carcere nell’isola dove è stato condannato all’ergastolo per la morte di una minorenne dopo un festino. Malavasi si è sempre dichiarato innocente
Aggrappata all’imminente visita del Papa a Cuba c'è anche la speranza dei familiari di tre detenuti italiani nelle carceri dell'isola. Accusati della morte di una dodicenne, deceduta dopo aver partecipato nel maggio del 2010 a un festino a base di sesso e droga nella città di Bayamo, Angelo Malavasi (45 anni, originario di Mirandola), Simone Pini (43, fiorentino) e Luigi Sartorio (44, vicentino) sono stati condannati nel novembre scorso a 25 anni di carcere i primi due per omicidio, e a venti anni il terzo per corruzione di minore, ma si proclamano innocenti.
Finora, i tentativi di portare davanti alla corte cubana prove della loro estraneità ai fatti non hanno convinto i giudici dell'isola, ma la visita del Papa, già salutata da un provvedimento di amnistia per 2900 prigionieri tra cui quattro nostri connazionali, potrebbe aprire un nuovo scenario.
Secondo quanto dice l’Ansa infatti, i familiari dei tre uomini, alcuni giorni fa, sono riusciti a presentare la documentazione del caso in Vaticano. Il dossier è arrivato fin sulla scrivania di monsignor Angelo Becciu, sostituto alla Segreteria di stato ed ex nunzio proprio a Cuba, che accompagna Benedetto XVI nel suo viaggio.
Una copia è giunta anche all'Avana all'attuale nunzio, monsignor Bruno Musarò. L'auspicio, se non per un vero e proprio provvedimento di grazia, è almeno, per la possibilità di scontare la pena in Italia, come prevista, del resto, da un trattato tra Italia e Cuba siglato nel 1998.
I fatti che hanno dato origine alla vicenda risalgono al 19 maggio 2010 quando il cadavere di Lilian Ramirez Espinosa è stato ritrovato alla periferia di Bayamo. Secondo l'accusa, la morte della dodicenne sarebbe avvenuta alcuni giorni prima per asfissia. La ragazza soffriva di asma e potrebbe aver avuto complicazioni dovute al consumo di alcol nel corso di un tragico festino a base di sesso e droga a cui avrebbero partecipato sia cubani, sia stranieri.