Malavasi: «Mi lascio morirein cella a Cuba»
Alberto Setti
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Angelo Malavasi è in cella a CubaMirandola. Ha fatto testamento. Interrogazione al ministro Frattini
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MIRANDOLA. Angelo Malavasi ha deciso di morire. In uno degli ultimi messaggi fatti arrivare in Italia dal carcere di Cuba dove è detenuto da mesi, ha fatto sapere di avere fatto testamento. «Meglio morire che restare qui, in queste condizioni». Uno sciopero della fame che esprime la drammaticità di una situazione che sembra finora inestricabile, nonostante l'attenzione del personale diplomatico dell'ambasciata italiana cui è consentito saltuariamente di rendere visita all'imprenditore 40enne, arrestato con altri italiani e cubani in una operazione di polizia che resta ancora oscura. Almeno in Italia, almeno a sentire le poche telefonate e a leggere le poche lettere che il malcapitato mirandolese è riuscito a consegnare al personale diplomatico. Il tutto mentre su Facebook si stanno mobilitando gli amici di Angelo, che hanno costituito un gruppo per chiederne la liberazione. Nel frattempo un parlamentare italiano, Pietro Marzaccan, ha presentato una interrogazione al Ministro degli esteri, Frattini. «Premesso che il 14 giugno Malavasi è stato arrestato nella città di Bayamo dalla polizia cubana e che dopo circa 40 giorni di carcere scontati a Granma è stato trasferito presso il carcere de "La Condesa" nei pressi de L'Avana - scrive l'onorevole nell'interrogazione - le accuse formulate a suo carico sarebbero pesantissime. Si parla di spaccio di droga, corruzione ed omicidio: se confermate, sarebbero sanzionate con pene durissime». «La famiglia del Malavasi è stata avvertita il 23 luglio tramite l'ambasciata italiana a Cuba, informata dal Ministero degli esteri. Solo in data 16 agosto - incalza l'interrogazione - è stato permesso all'ambasciata di fare una visita consolare al Malavasi». Il parlamentare dell'Udc fa notare quanto scritto da Angelo nelle sue lettere, ovvero che «oggi dopo 4 mesi di prigionia, non conosce ancora esattamente le accuse che gli vengono mosse né la propria posizione e sembrerebbe che il suo legale non possa accedere agli atti o avere puntuali e ufficiali informazioni circa la posizione del suo assistito». In attesa del processo - precisa l'interrogazione - il Malavasi non può contare su una adeguata assistenza legale e sanitaria. Peggio: «Nell'ultima telefonata ai genitori, Angelo avrebbe detto: "Ho fatto testamento, preferisco morire che rimanere qua da innocente"», rivela Marzaccan, che chiede a Frattini di «attivare ogni utile canale istituzionale volto a chiarire l'esatta posizione del Malavasi, che si ritiene vittima di una situazione rispetto alla quale ha sempre dichiarato una totale estraneità, e a fornire tutta l'assistenza legale e sanitaria che necessita». Malavasi a Mirandola si era fatto un mome come riparatore di orologi. Dopo una esperienza professionale a Roma, aveva conosciuto una ragazza cubana, durante i suoi viaggi in Sudamerica. Trascorreva molto tempo a Bayamo dove contava di rifarsi una vita.