Gazzetta di Modena

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Muore a 57 anni dopo uno starnuto. Aperta un'inchiesta

Muore a 57 anni dopo uno starnuto. Aperta un'inchiesta

La vittima è un meccanico modenese in pensione da pochi giorni. Dopo il violento spasmo, è andato per due volte al pronto soccorso. Solo la seconda volta i medici si sono accorti che una costola si era rotta procurando all'uomo patologie mortali. La moglie: "Possibile che uno starnuto possa uccidere un uomo?"

22 ottobre 2010
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Morire per uno starnuto. Talmente violento da provocargli la frattura di una costola. Può succedere. Non dovrebbe succedere invece che questa lesione non sia diagnosticata in ospedale nell’immediatezza di un episodio apparentemente insignificante come uno starnuto. «E’ mai possibile che solo dieci giorni dopo hanno deciso di fargli la Tac e si sono accorti della frattura? Ma ormai era troppo tardi...», ha spiegato al magistrato la moglie di Ruggero Benedetti, 57 anni, artigiano meccanico, da pochi giorni in pensione, che giovedì mattina è spirato al Policlinico.

L’uomo ha cessato di vivere in Rianimazione alle 5, dopo 21 giorni da quello starnuto diventato mortale. La donna accompagnata dal suo legale di fiducia, avvocato Amalia Lollo di Pavullo, ha lasciato sulla scrivania del pm Mariangela Sighicelli un esposto-denuncia contro tutti i medici che hanno visitato ed avuto in cura il marito e contro la struttura sanitaria di via del Pozzo. C’è stata negligenza o colpa medica? In caso positivo, a chi si devono attribuire le responsabilità della morte di un uomo per uno starnuto? Non trascurando tuttavia che l’artigiano soffriva di cardiopatie.

A queste domande risponderà l’inchiesta che la procura ha già avviato. Come primo atto il pm Sighicelli ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche relative alle cure e agli interventi chirurgici e alla successiva degenza di Ruggero Benedetti che dopo essere “passato” (due volte) per il Pronto soccorso, è stato ricoverato in Chirurgia toracica, prima di essere trasferito in Rianimazione dove ha cessato di vivere. Già disposta l’autopsia e probabilmente in procinto di arrivare a destinazione non meno di una decina di avvisi di garanzia, anche se fino a ieri nessun nome era stato ancora iscritto nel registro degli indagati. Da rilevare che l’informazione di garanzia è un atto dovuto per consentire agli stessi medici e al Policlinico di nominare periti medico legali per altro già incaricati (il professor Vaccari della medicina legale di Bologna) dalla moglie di Ruggero Benedetti. L’esame autoptico non è stato ancora fissato e solo attraverso gli esiti di questo si saprà se e chi eventualmente ha commesso errori medici, con la possibilità che errori non vi siano stati.

Una tragica storia in ogni caso quella che nel giro di pochi giorni ha lasciato Marisa e Luca, moglie e figlio di Ruggero Benedetti, senza marito - con il quale avrebbe festeggiato a giorni i 35 anni di matrimonio - e senza padre. Tutto è iniziato il 1º ottobre quando, mentre si trovava in casa, Ruggero Benedetti ha starnutito con violenza (si parla anche di un colpo di tosse).
Subito dopo è stato colto da uno spasmo al petto, lato sinistro. La moglie, nel timore che si trattasse di un infarto, lo ha portato subito al Policlinico. Qui è stato visitato, sottoposto a radiografia ed ecografia. Gli esami strumentali hanno dato esito negativo, tanto che Ruggero Benedetti è stato dimesso con prescrizione medica di pillole e pomate antidolorifiche.

Nei giorni successivi per l’artigiano è iniziato un vero e proprio calvario, con dolori - inizialmente placatisi - sempre più violenti e la comparsa di un ematoma sul lato sinistro del petto. Alle 16,16 del 10 ottobre accompagnato sempre dalla moglie, è entrato al Pronto soccorso del Policlinico. Qui è stato sottoposto nuovamente a radiografie ed ecografie. Negativi anche gli esami strumentali su ogni singola costola dello sterno. La comparsa di un ematoma toraco-addominale, ha però indotto i radiologi a sottoporlo ad una tac. Che ha dato esito positivo: frattura composta della decima costola toracica. Immediato il ricovero in clinica di Chirurgia toracica. Qui è stato sottoposto alle cure e agli interventi che il quadro clinico prospettava di giorno in giorno. Un quadro clinico che è andato via via peggiorando fino a disporne il trasferimento in Rianimazione, dove il prodigarsi dei medici è risultato vano. Giovedì alle 5 Ruggero Benedetti ha cessato di vivere.

«Perché? Possibile che uno starnuto possa uccidere un uomo? Possibile che la costola rotta gli abbia perforato il polmone, come ho sentito ipotizzare? Qualcuno ha sbagliato? Voglio saperlo, ne ho diritto» ha ripetuto al pm Sighicelli la moglie Marisa che non sa darsi pace. Ai suoi interrogativi darà risposta l’autopsia e l’inchiesta della procura dopo la denuncia della moglie, la quale lascia intendere di fare tutto questo non a scopo speculativo, ma per evitare succeda ad altri.