Gazzetta di Modena

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Scuola 2030

Lo street artist Drewnori: «Coi graffiti decoro Modena»


	Andrea Baraldi, in arte Drewnori
Andrea Baraldi, in arte Drewnori

Andrea Baraldi si racconta: «I “no” non mi hanno fermato»

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MODENA. Andrea Baraldi, in arte Drewnori, è un artista modenese che è riuscito a trasformare la sua passione per l’arte in un vero e proprio lavoro.

Fondamentale al suo avvicinamento al mondo della street art è stata la presenza di graffiti nelle aule in cui praticava breakdance.

La sua istruzione al liceo artistico Venturi gli ha permesso di gettare le basi per il disegno e successivamente la specializzazione in graphic design all’Accademia di Firenze gli ha permesso di prendere parte a progetti importanti.

È infatti possibile, girando per le strade di Modena e dintorni, ammirare le numerose opere che ha realizzato su edifici pubblici per riqualificare le zone meno considerate.

Ad oggi ha all’attivo diverse collaborazioni, come quella con il cinema Victoria, e tiene corsi di street art rivolti ai più giovani.

Innanzitutto, il suo nome ha un significato particolare?

«Drew me lo ha dato mia sorella perché come artista e ballerino avevo bisogno di un nome d'arte; Nori, invece, l’ho aggiunto io perché avevo bisogno di un nome con cui firmare i disegni, e col tempo si sono collegati insieme in maniera molto naturale».

Come ti è avvicinato a questo mondo?

«Ho iniziato in terza media con i primi graffiti su carta. Proprio in questo periodo praticavo breakdance e mi ero innamorato dei graffiti che decoravano le aule dove ballavo. Anche il mio insegnante di breakdance mi ha dato una mano ad approcciarmi a questa forma artistica»

Ha iniziato da autodidatta o ha seguito dei percorsi? Qual’è il suo obiettivo?

«Ho iniziato da autodidatta e grazie al sostegno di molte persone che mi circondavano sono riuscito ad evolvermi. Il mio obiettivo era dimostrare a me stesso e a chi mi circonda di poter trasformare tutto ciò in una professione, in qualcosa di concreto. Voglio che la mia arte sia un dono per gli altri, che racconti anche la loro storia, vorrei rimanere impresso nei ricordi sia di chi commissiona le mie opere, sia di chi si ferma semplicemente a guardarle ».

C'è un'opera che preferisce tra quelle che ha realizzato finora nella sua carriera?

«Probabilmente un graffito che ho realizzato nel 2023 sulla facciata del Palamolza a Modena in tributo ad un ragazzo che purtroppo non c'è più. Si tratta di un’opera che mi porto nel cuore».

Come descriverebbe la sua arte?

«La definirei come la coesione tra impulsività e ricerca del dettaglio, amo la spontaneità del gesto e la dinamicità dello spruzzo di vernice spray.

«Sono una persona molto meticolosa quindi mi soffermo sui dettagli, accentuo i contrasti e cerco sempre di realizzare opere che abbiano un forte impatto sul pubblico.

«Per la mia arte mi ispiro ad alcune caratteristiche dei miei artisti preferiti, anche se a prevalere è il mio stile personale.

«Le mie prime opere prendono principalmente spunto dal mondo che mi circonda e dalle esperienze vissute in prima persona.

«La dinamicità, come ho detto prima, è un elemento che trovo fondamentale in qualsiasi lavoro. Infatti, se con la street art non dovesse andare, probabilmente troverei un altro mestiere in cui reinterpretare ciò che faccio in questo momento, per esempio il decoratore di pareti».

Ha un consiglio per i giovani artisti che vogliono intraprendere un percorso come il suo?

«Consiglierei di non smettere mai di provarci. Resta comunque una strada complessa, per trasformare una passione in un lavoro bisogna affrontare diverse difficoltà, ma se senti che è la via giusta non devi fermarti. In primis devi essere convinto tu, gli altri si convinceranno di conseguenza. Non bisogna scoraggiarsi ai primi “no” che si ricevono; io ne ho ricevuti molti in passato e continuo a riceverne tutt’ora. Gli insuccessi non devono fermarti nel tuo percorso, ma devono spronarti ad andare avanti e a dare il meglio».

A cura della classe 3H del liceo Sigonio